Amore, draghi, scorpioni e ragni giganti

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Mayu
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Messaggio da Mayu »

Riporto due curanderie molto interessanti che mi è capitato di fare.

Due uomini olandesi - che chiamerò per convenienza Aarnout e Marcus - mi hanno di recente contattato per questioni all’apparenza diverse. Da poco entrambi hanno compiuto gli anni: Aarnout 30 e Marcus 40, e non li hanno festeggiati a causa del lockdown.

Aarnout da qualche mese si è lasciato con una donna con la quale ha avuto una relazione molto intensa, che in poco tempo si è trasformata in una convivenza, conclusasi tragicamente con la fuga di lei, che a suo dire gli ha “strappato il cuore”. Sta ancora nella casa dove vivevano assieme, è demotivato e soffre di solitudine. Aarnout alla nascita è stato operato al cuore e ha una cicatrice profonda che attraversa in lungo il suo petto. Dice che i dottori lo hanno salvato da una morte sicura. Sostiene di avere una buona relazione con la madre (che vive vicino a lui), e che migliora man mano che passa il tempo. Negli ultimi anni sta dimagrendo parecchio, e deve trovare la maniera di prendere peso.

Marcus invece è fidanzato, ma la sua ragazza mi ha chiesto di aiutarlo perché lui non riesce a vivere i sentimenti, e si sente a disagio con il contatto fisico - di uomini o di donne. Cosa gli ha sempre creato problemi nelle relazioni, che sempre terminavano con lui che lasciava la donna di turno con totale freddezza, senza compromessi. Da una diagnosi precedente avevo notato che Marcus era circondato da una barriera che sembrava essere costituita dalle spire dello spirito di un drago (cinese), e questo lo portava ad avere un cuore chiuso. Era così da quando era nato.

Li ho voluti trattare insieme. Sentivo che le loro problematiche avevano delle similarità nascoste, dei poteri simili.

In stati alterati, sono partito con Marcus. Dissi: "Questa sera dovrai affrontare la tua più grande paura". Gli chiesi quindi di stendersi a pancia in su di fronte a me, gli ho controllato il cuore con lo specchio e poi ho iniziato a battere il tamburo. Sentivo che era difficile accedere al suo cuore, che ci sarebbe state resistenza, quindi gli ho chiesto di aprire la sua bocca e in spirito sono entrato per di lì con gli arutam, i Pasuk e i miei altri aiutanti animali.

Il territorio che si è presentato era cupo e brullo, e ad aspettarci c’era un drago particolarmente ostile. Uno dei miei pausuk è partito all’attacco. Il drago gli si è lanciato contro, e mentre era distratto gli altri Pasuk lo hanno assalito di lato tramortendolo. Al che con le mani in shapeshifting con le zampe del coccodrillo ho preso il drago e l’ho messo nel tamburo, facendo attenzione a prendere tutte le parti che avvolgevano il corpo del paziente.

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Eliminato il pericolo principale, ho proceduto andando verso quello che appariva come un castello su una collina. Il portone principale era chiuso, e sapevo che non c’era maniera di aprirlo. La chiave era stata persa e non c’era verso di entrare. Sono quindi andato a cercare una eventuale entrata di servizio, sul retro. Lì ho incontrato qualcosa di decisamente inusuale. C’era un cordone ombelicale che partiva dal muro, era organico e sembrava nutrire il castello. Ho quindi capito che era un legame con la madre non reciso e ho proceduto con il taglio. Anche in questa realtà, con il coltello, ho tagliato il cordone ombelicale invisibile che partiva dal suo ombelico.
Al che si è formata un’apertura nel castello e sono entrato. L’interno era completamente buio, anche se intravedevo giocattoli sulle mura. I Pasuk hanno iniziato a cercare se c’era un fuoco, ma era spento. Prima di accenderlo, però, mi hanno detto che bisognava aprire le finestre per arieggiare l’ambiente, ma erano sigillate. In questa realtà, quindi, ho appoggiato la lama del coltello sul suo petto, come a tagliarlo. Il paziente aveva paura, ma io dissi: “Questa paura la senti perché sei vivo. Solo se sei morto non senti paura. Il cuore, l'amore è vita.”. Man mano che facevo pressione con la lama sulla pelle del paziente, le finestre si sono aperte tutte e si è potuto arieggiare l’ambiente. Quindi i Pasuk hanno proceduto eliminando le ragnatele, ripulendo dalla polvere e togliendo vari quadri che riempivano le stanze del castello. Poi hanno proceduto accendendo il fuoco, che ha illuminato l’interno.

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Qualcuno o qualcosa però non era contento del cambiamento. Dei ragni giganti e minacciosi sono arrivati per attaccarci, e in una battaglia i Pasuk hanno avuto la meglio e li hanno portati via, nei mondi sotterranei. Poi siamo usciti dal castello e ci siamo diretti verso nord, dove c’era un fiume e una cascata. Dentro la cascata c’era una grotta dove si trovavano gli antenati del paziente, che mi hanno offerto un giaguaro. Questo sarebbe stato a guardia del cuore, così solo chi fosse degno di fiducia sarebbe potuto entrare. L’ho quindi portato al castello, soffiandolo nel petto del paziente, e ho visto comparire macchie della livrea di giaguaro su tutto il petto. "Coraggio non è l'assenza di paura. È la capacità di affrontare la paura. Per avere coraggio bisogna avere fiducia. Amore, coraggio e fiducia sono legati inestricabilmente", gli dissi.

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Andandomene dal castello notai che il paesaggio non era più oscuro, ma soleggiato e si stava bene. Uscii quindi dalla bocca del paziente e tornato in questa realtà, gli spruzzai della punta sul petto e sull’ombelico (dove avevo reciso il cordone ombelicale invisibile).

I miei spiriti poi mi hanno suggerito di dire al paziente che è il caso di limitare il più possibile i rapporti con la madre. Che, anche se inconsapevolmente, lo controlla da sempre e per questo motivo lui ha un rapporto difficile con lei. Gli ho anche suggerito di andare a vivere molto lontano da lei, per evitare almeno per un pò ogni contatto - cosa non facile. E gli ho raccontato com’è nel mondo animale: la femmina giaguaro alleva i suoi piccoli fino a quando sono pronti per andare da soli, al che diventa ostile a loro e li costringe a crearsi il proprio territorio. Così pure lui dovrà crearselo, costruendo una famiglia con la sua fidanzata. Per celebrare l’apertura del cuore dovrà dare una festa di compleanno per i suoi quaranta anni ed invitare i suoi amici più stretti.

Quando è arrivato il turno di Aarnout ho notato che era molto magro e il suo corpo sembrava essere un tentacolo. Mi parlava di quanto era magro e non sapeva cosa fare. Gli ho quindi chiesto di stendersi, dopo aver controllato il cuore con lo specchio, sono entrato attraverso la cicatrice, che mi appariva come una crepa da terremoto (in inglese dissi “heart quake”, invece di “earthquake”, di proposito). Lì ad aspettarmi c’era un mostro marino molto aggressivo, un octopus gigante, un kraken. Io e i miei Pasuk siamo partiti all’attacco, e dopo vari sforzi sono riuscito a tagliargli la testa, che poi ho preso e ho messo nel tamburo. Pian piano ho poi strappato tutti i pezzi di tentacolo che erano distribuiti in tutto il corpo, a partire dal ventre.

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Liberato il passaggio ho proceduto verso la casa, che si presentava in maniera curiosa: l’interno sembrava fatto da Escher (il famoso litografo olandese). Non riuscivo però a trovare il fuoco, ed uno dei miei pasuk mi disse che era stato rubato da una donna. Seguendo un filo siamo arrivato alla sua ex fidanzata, che lo teneva in ostaggio. Le chiesi “che ci fai?”. Lei rispose: “colleziono cuori”. “Ma questo cuore non è tuo, va riportato indietro”. Era restia, dovetti faticare con la negoziazione, ma alla fine riuscii a prenderlo e lei disse: “troverò un’altra vittima”. Quindi me ne andai, riportando il cuore al paziente, soffiandolo nel suo petto. Mentre lo facevo, Aarnout tirò un profondo sospiro profondo.

I Pasuk mi dissero che era bene andarsene da quella casa ed andare in una nuova. La nuova era bellissima, circolare, con il fuoco al centro e un’apertura in altro che dava ai mondi celesti. Cori angelici cantavano e benedivano la casa. Avevo come l'impressione che l'apertura verso l'alto non fosse altro che il taglio fisico che lui ha sul petto.

Non era finita lì, bisognava andare dagli antenati. Siamo quindi partiti verso nord, e arrivati vicino alla cascata è apparso uno scorpione gigante e minaccioso. Era troppo potente, Pasuk mi dissero di non affrontarlo. Gli chiesi “che cosa vuoi?”. Mi rispose: “la sua vita”. Perplesso, cercai di negoziare. “Non va bene qualcos’altro?”. Lo scorpione rispose: “Si, deve uccidere un animale all’alba e gettatelo in un fiume. Una vita per una vita”. “Va bene una gallina?”, ribattei. “Si, anche una gallina”. Lo scorpione, quindi, ci lasciò in pace. Entrato nella grotta dentro la cascata, gli antenati mi diedero un leone.

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Riportai quindi il leone alla casa e (in questa realtà) lo soffiai nel petto. Lui era il re del suo regno, e quella era la sua reggia. Solo chi era degno sarebbe potuto entrare lì, e tutti avrebbero dovuto portargli rispetto.

Ritornato in questa realtà, i Pasuk mi dissero che, oltre a fare il sacrificio della gallina, avrebbe dovuto gettare in un fuoco tutto ciò che gli ricordava la fidanzata: fotografie, vestiti, etc.

Quando lui mi chiese di più sullo scorpione, i Pasuk risposero che, siccome lo scorpione è legato all’acqua ed è ostile al fuoco, gli aveva attaccato il cuore durante la sua nascita per ucciderlo, ma siccome era stato strappato dalla morte, lo scorpione voleva ancora prenderlo e quindi bisognava offrire in cambio un'altra vita per la sua vita.
L’octopus è la causa del suo dimagrimento, e probabilmente dovrà essere ulteriormente trattato. L’origine non è chiara, però Aarnout mi ha confessato che era particolarmente legato a quell’animale, che lui trovava affascinante. Gli risposi: “non ti fa bene, il leone è meglio per te”.

Per finire, Pasuk hanno suggerito che pure lui dovrà cercare di andare a vivere lontano dalla madre.

A breve traslocherà in un’altra casa, lasciandosi alle spalle quella dove ha convissuto con la sua ex-fidanzata.

Oggi entrambi stanno bene. La ragazza di Marcus mi ha scritto che è diverso, non è più scontroso ma sorridente e ride spesso.

Aarnout sta organizzando il sacrificio animale e il fuoco dove getterà tutti gli oggetti che gli ricordano l’ex.
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Mayu
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Re: Amore, draghi, scorpioni e ragni giganti

Messaggio da Mayu »

Segue la seconda parte della serie "The Brujer" [*] - "The Witcher" dei poveri :) .

Ieri ho concluso la curanderia con Arnout (che non si chiama veramente Arnout).

Ci siamo accampati in un boschetto abbastanza distanti dalle case, a fianco di un prato dove di giorno pascolano le vacche. Noi eravamo tra gli alberi al limite con il prato, a poche centinaia di metri dal fiume Reno. Assieme a noi, una piccola gabbia, stava un galletto che Arnout aveva comperato il giorno stesso. Non sapeva quello che lo attendeva di lì a poche ore.

Mentre Arnout montava la tenda e preparava il fuoco, io mi sono addentrato nel bosco con varie offerte che ho donato ai piedi di un albero: latte fresco ed intero, miele, farina, vino rosso, birra. Ho quindi indossato la maschera rossa e, suonando il sonaglio, ho chiamato il signore degli animali. Quando si è presentato, senza che gli spiegassi che cosa eravamo venuti a fare, mi disse: "Potete sacrificare il gallo. Non devi farlo tu, deve farlo lui. Quando avrete finito, spalma un pò del sangue del gallo sulla cicatrice nel suo petto." "Ci sono delle compensazioni da fare?", gli chiesi. "No, le offerte che hai fatto sono sufficienti", mi rispose. Mi congedai e me ne andai.

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Tornato all'accampamento, iniziammo la cerimonia. Dopo aver consacrato il fuoco, dissi ad Arnout che poteva bruciare i vari oggetti della ex fidanzata che aveva portato con sè: dei vestiti e una cesta di vimini. Inizialmente il fuoco faceva fatica a rimanere vivo, come se fosse difficile liberarsi di lei. Poi pian piano Arnout riuscì a farlo diventare più forte, soffiando varie volte e incenerendo quindi i veri vestiti.

A questo punto presi dal tamburo il drago che avevo rinchiuso dalla precedente curanderia di Marcus e lo gettai nel fuoco, che rispose con una grossa fiammata.

Man mano che bruciava, la nostra attenzione era presa dalle fiamme. Ad un certo punto fui catturato da 2 tronchi affiancati che bruciavano simultaneamente. Sembravano un cuore spezzato. In visione, fui catapultato in un canyon tra due enormi rocce infuocate. Battendo il tamburo camminai fino alla fine della canyon e lì trovai, avvolto dall'oscurità, lo scorpione. Gli chiesi perché era ostile ad Arnout. Mi disse che qualcosa che era stato fatto nella sua famiglia aveva attirato l'ira di spiriti, che volevano terminare la progenie.
Tutt'un tratto sentii un freddo glaciale penetrare nelle mie ossa nonostante il caldo del fuoco. Vidi quindi un essere avvolto in un mantello nero che impugnava un remo: era Caronte. Mi apparse poi un volto putrefatto, come uno zombie. Capii che mi trovavo nella terra dei morti. Chiamati di urgenza tutti i miei aiutanti e gli arutam, per proteggermi da contaminazioni, mi addentrai nella landa desolata. Ad un certo punto uno spirito dall'aspetto macabro si avvicinò e mi disse: "lui appartiene a questo luogo, deve stare qui". Capii che si riferiva ad Arnout, e risposi: "Vi porterò un'altra vita in cambio della sua". Lo spirito non reagì, com'era da aspettarsi da un essere di quei luoghi. Senza alcuna emozione rispose: "Va bene".
Feci quindi per andarmene, ma prima di tornare indietro liberai il kraken che avevo rinchiuso nel tamburo e lo lasciai tra i morti.

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Ritornato in questa realtà, Arnout iniziò a raccontare con una certa rabbia ricordi della sua ex fidanzata, di quanto lo avesse preso in giro, di quanto lo avesse usato, dell'aborto, di quando se ne era andata con un altro... Gli dissi di bruciare l'ultimo oggetto, un cesto di vimini. L'emozione che lui provava si materializzò in una fiamma grandissima e pericolosa, che temevo avrebbe incendiato gli alberi attorno. Poi si calmò.

Il fuoco parlava. In una lingua senza parole, di pure emozioni, la sua voce penetrava dentro di noi. Ad un certo punto Arnout mi chiese dello scorpione, quale era l'origine della sua ostilità. Gli dissi quello che mi aveva detto riguardo la sua famiglia, al che lui mi mi rivelò che i suoi genitori avevano divorziato quando lui aveva 16 anni. Si ricordò poi che sua madre una volta gli aveva confessato che suo nonno (il padre della madre) aveva abusato sessualmente di lei.
I miei aiutanti quindi mi fecero capire quello che era successo: l'incesto aveva creato una maledizione nella famiglia (non a caso lo scorpione l'avevo visto di fronte alla cascata degli antenati la volta precedente), e spiriti avevano cercato di eliminare la progenie. Il divorzio dei genitori era legato alla malattia al cuore di Arnout con un legame al di fuori del tempo. Lo spezzarsi della coppia (che temporalmente è avvenuto dopo, ma nell'altra realtà il prima e il dopo sono relativi) era collegato al cuore spezzato alla nascita di Arnout. Lui aggiunse che la sorella, di 2 anni più giovane di lui, soffre di problemi allo stomaco (legato al cuore) e che ha "un buco nel cuore". Tutto tornava.
"Lo scorpione darà problemi ai miei figli, se ne avrò?", chiese poi Arnout. "Non lo so. Può darsi che serva fare qualcos'altro. Ma oggi ci concentriamo sulla tua situazione corrente".

Continuammo ad osservare il fuoco fino a quando si spense e le braci si trasformarono in stelle rosse pulsanti. Era notte fonda e ci mettemmo a dormire.

Intorno alle 3.30 fui svegliato di soprassalto da dei versi di un animale non ben definito che sentivo camminare attorno alla tenda. Uscii per vedere cosa fosse, e con la torcia illuminavo i dintorni. Al che notai che nel prato accanto c'erano degli animali che ci osservavano e di cui si vedevano solo i riflessi della torcia negli occhi. Poi, guardando meglio, mi resi conto che era un branco di cavalli (!). La luna piena illuminava la notte e le stelle brillavano in un cielo incredibilmente terso - mentre i giorni precedenti era piovuto a dirotto.

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Tornammo a dormire, ma poche ore dopo, verso le 5.30, ci dovemmo alzare. Era il momento di fare il sacrificio animale. Presa la gabbia con il gallo e il coltello, attraversammo il prato. I cavalli erano lì ad aspettarci: erano una decina, bruni ed amichevoli, e ci accompagnarono fino alla riva del Reno. Capii che erano materializzazione di spiriti psicopompi, che erano arrivati ad aiutarci. La luce era fioca e il fiume era coperto da una nebbiolina fitta, sembrava di essere di fronte allo Stige, alle porte della terra dei morti.
Gettai in acqua 3 monetine di rame per Caronte, il traghettatore, affinché portasse via l'anima del gallo sacrificale. Lo tirammo fuori dalla gabbia. Io lo tenevo fermo, si dimenava agitato, sentiva che era arrivata la sua ora. Appoggiai quindi la sua testa su una roccia e Arnout, con il coltello, gli tagliò il collo. Morì all'istante. Lo gettammo nel fiume e, senza seguirlo con lo sguardo, ritornammo all'accampamento. I cavalli nel frattempo erano scomparsi. Arrivati alla tenda, spalmai sulla cicatrice del petto di Arnout il sangue del gallo che era ancora sul coltello. "Abbiamo finito", dissi. "Adesso possiamo andare".

Smontammo tutto, lasciammo delle offerte di tabacco ai vari alberi e ritornammo all'automobile. La curanderia era conclusa.

P.S.: "brujo" in spagnolo significa "stregone".
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Re: Amore, draghi, scorpioni e ragni giganti

Messaggio da Mayu »

Risentiti dopo un mese per vedere come stavano, decisi di rivederli per fare un controllo. La cura del cuore spesso richiede più interventi, soprattutto per casi come questi in cui le problematiche sono ben radicate, fin dalla nascita.

Marcus sentiva che, nonostante all’inizio si fosse sentito molto bene, il problema era come ritornato. Il bisogno di evitare il contatto con le persone c’era ancora. Pure per Aarnout: nonostante un periodo iniziale in cui era stato abbastanza bene - anche il trasloco nella nuova casa lo aveva aiutato - era di nuovo molto demotivato, dormiva poco e pensava sempre alla sua ex.

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Come la prima volta, entrambi stavano seduti di fronte a me dentro il cerchio sacro. Accesi e consacrai quindi il fuoco liquido per connetterci al potere del cuore. Ad un certo punto i Pasuk mi dissero di far distendere Marc di fronte a me e al fuoco. Tra le fiamme si formò come un tunnel ed in visione - battendo il tamburo - entrai con tutti gli aiutanti. Superato il tunnel, si presentò la muraglia cinese, dove centinaia di soldati stavano appostati per impedire che nemici l’attraversassero. Io schierai quindi i miei Pasuk, che in formazione d’attacco iniziarono a combattere con i soldati nemici. Al che arrivò un drago cinese e - in volo - si gettò contro di noi. Il combattimento durò per un pò, ma era più debole del drago della volta precedente. Alla fine ebbi la meglio e lo catturai, imprigionandolo nel tamburo. I soldati nemici, al vedere questo, si arresero e i Pasuk, senza aspettare un attimo, procedettero con il distruggere la muraglia. Piazzarono delle bombe, e una potente esplosione creò un varco enorme che permise al resto dei Pasuk di passare.

Entrando nel territorio al di là della muraglia, incontrammo un castello sopra una collina. Era un edificio di tipo cinese, illuminato e facilmente accessibile. All’interno c’era un gran focolare e molta fuliggine. Il giaguaro era ancora lì, assieme alla fidanzata di Marc che, con fare autoritario, mi disse: “pulisco io, tu occupati del fuoco che è troppo grande”. Il fuoco in effetti era quasi fuori controllo. Alcuni Pasuk aggiustarono la legna e altri salirono sul tetto per controllare il camino. Non trovarono nulla, e quindi si misero a perforare il tetto per creare un’apertura. Quando finirono il fuoco si era calmato e dissi alla ragazza: “va bene che tu pulisci, ma bisogna fare altre cose”. E prendemmo alcuni quadri che stavano appesi e che non stavano bene lì. Poi ce ne andammo.

Ritornato in questa realtà, alla fine della curanderia Marcus mi disse che era rimasto colpito da quello che avevo visto. Lo stesso giorno aveva avuto una forte discussione con la sua fidanzata (da qui il fuoco molto grande) perché lei vuole ospitare per un mese nel loro appartamento il fratello, e lui non era d’accordo. Mi rivelò pure che da qualche tempo soffre di asma, cosa di cui pensò quando nella visione dovemmo creare un camino perché non c’era abbastanza ricambio d’aria. Gli consigliai quindi di controllare la pressione sanguigna e di fare sport. E di trovare un compromesso per il fratello della sua ragazza, magari un posto alternativo dove stare, ma non così tanto da loro, perché altrimenti sarebbe per lui stato soffocante e questo avrebbe compromesso la relazione.
Riguardo la muraglia (che ha forma di drago cinese), i Pasuk mi dissero che, essendo il problema antico (come la muraglia cinese) era difficile da debellare in un solo colpo e si era ripresentato - più debole.

[To Be Continued]
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Re: Amore, draghi, scorpioni e ragni giganti

Messaggio da Mayu »

Arnout era pallido, sembrava spento. Mi disse: “La scorsa volta hai detto che c’è una maledizione famigliare. Come si può fare in modo che i miei figli non ne vengano colpiti?”. Non risposi. Gli chiesi invece di togliersi la maglietta di modo che la cicatrice sul petto fosse esposta, e lo feci distendere di fronte a me.

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In trance, battendo il tamburo, entrai in spirito con i Pasuk dentro la ferita. Era buio, e i miei aiutanti mi dissero che bisognava scendere molto in profondità. Ad un certo punto mi trovai di fronte ad un essere gigantesco, con delle corna e un’aria molto pericolosa. I Pasuk mi dissero di non guardarlo in faccia, era estremamente potente e dovevo inchinarmi di fronte a lui. Così feci.

L’essere disse: “Quello che è stato fatto non può essere cancellato” (in inglese “what was done cannot be undone").
Insistetti: “Non c’è alcuna maniera per eliminare gli effetti di quello che c’è stato tra il nonno e sua madre?
L’essere esitò. Passarono dei lunghi minuti, poi rispose: “Sua madre deve scrivere un racconto di quello che è successo con suo padre, a mano, e metterci tutta l’emotività, come se lo stesse rivivendo. Poi darà il testo al figlio, che dovrà bruciarlo in un fuoco consacrato. Sulle ceneri si pianterà quindi una pianta, o un fiore.”
Aarnout, che ascoltava il racconto di ciò che vedevo, chiese: “I miei figli saranno in salvo?”
L’essere rispose: “I figli ancora non ci sono, quindi il problema non si pone."
“Ne avrò?"
“Devi prima trovare una buona madre... Comunque si, ne avrai. Però nessuno di loro dovrà avere il nome del nonno, e non dovranno sapere quello che è successo alla madre”.

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Mi congedai e risalii. Arrivato alla casa (che rappresentava il suo cuore) vidi che il focolare era spento. Il leone era ancora lì, però era accovacciato, quasi senza forze. Uno dei Pasuk disse: “È difficile tenere acceso il fuoco qui”. Improvvisamente il cigno (uno dei miei aiutanti) mi fecero cenno di seguirlo, mentre volava verso il cielo. “Dove andiamo?”, chiesi. “Ci siamo già stati”, rispose. Battendo il tamburo, in shapeshifting to il cigno, andai in un mondo celeste lontano, abitato da cigni. Lì c’erano le muse, che si occupavano di un fuoco grandissimo. Una di loro mi portò un ramo infuocato e mi disse di usarlo per riaccendere il fuoco del cuore di Aarnout. Io la ringraziai, e ritornai giù. Arrivato alla casa, accesi il focolare con la fiamma celeste e mentre il fuoco riprendeva, si sentivano le muse cantare in coro, per rinforzarlo. Quando tutto fu a posto e il leone ritornò in forze, me ne andai, passando di nuovo attraverso la cicatrice del suo petto.

Appena ritornato in questa realtà, Aarnout fu chiamato da sua madre. E il giorno dopo avrebbero festeggiato il compleanno del nonno. Coincidenze non casuali.
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Re: Amore, draghi, scorpioni e ragni giganti

Messaggio da francescastefanelli »

Mayu è bellissima questa curanderia...come é proseguita?
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Mayu
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Re: Amore, draghi, scorpioni e ragni giganti

Messaggio da Mayu »

Concludo la serie di "The Brujer" ("The Witcher" dei poveri ;-)) con il racconto dell'ultima curanderia di Aarnout, che è stata fatta a fine dicembre - poco dopo Natale. La memoria vacilla, riporto quello che riesco a ricordare.

Durante una notte di luna piena Arnout ed io siamo andati in una casa in campagna, dove c'era possibilità di accendere un fuoco.

Qualche giorno prima avevo fatto un sogno molto particolare, nel cuore della notte.

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Nella prima parte ero in un posto oscuro e camminavo su un ponte stretto di pietra, con il burrone da una parte e dall'altra. Sopra si trovavano delle persone (distanti l'una dall'altra) e un mostro bianco umanoide con un pungiglione minacciava di ucciderli tutti. Io non ero spaventato e sapevo che l'avrei potuto sconfiggere. Mi sembra che alla fine quelli che avevo avvertito alla fine si erano salvati. Non ricordo se poi il mostro l'ho fatto cadere nel burrone e se sono caduto pure io.
Nella seconda parte stavo in un boschetto con qualcun altro alla mia sinistra e c'erano degli spiriti, delle entità che si avvicinavano. Sapevo (forse mi veniva detto) che Kali era adirata, e io facevo barriera (forse con tsentsak, ma era invisibile) attorno a me e all'altro per proteggerci dalle entità che avanzavano. Ad un certo punto è apparso un oggetto metallico, tipo il mio pugnale sciamanico nepalese usato per scacciare demoni. Nel frattempo chiamavo l'aiuto di Gandalf, che sapevo avrebbe potuto scongiurare questo attacco.

All'inizio non capivo di che cosa il sogno si trattasse, poi mo sono reso conto che molto probabilmente riguardava la curanderia che avrei fatto ad Aarnout. Lui era quello alla mia sinistra nel secondo sogno. E nella curanderia precedente avevo incontrato un essere con le corna che ricordava il Barlog, il demone contro cui Gandalf combatte ne Il Signore degli Anelli. E nel primo sogno il ponte su cui camminavo ricordava il ponte su cui si trovava il mago.

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Non capivo però cosa potesse indicare il fatto che Kali fosse adirata. In ogni caso feci delle offerte ad un albero di vino rosso e melograno – simili al sangue, la sua offerta preferita – per ingraziarla.

Accendemmo quindi il fuoco, che consacrai. Poi Aarnout - che si era fatto scrivere dalla madre un racconto dell'incesto con il nonno - bruciò la lettera nel fuoco, come indicato dallo spirito la volta precedente.
Mentre il fuoco consumava la carta e trasformava i ricordi, lui mi chiese se potevo fare qualcosa, in quanto lui si sentiva molto triste. In stati alterati, qualcosa mi disse di controllargli il petto. Lo feci scoprire, e vidi che c'era un'intrusione di airone piantata a livello del cuore - che porta tristezza - e quindi la estrassi con la mukumnia. Gli dissi di stare coperto dal sole per 3 giorni – anche se non c'era pericolo visto il tempo nuvoloso di quei giorni.

Al che Aarnout mi disse se potevo fare qualcosa anche per un problema di pelle che aveva da molto tempo, che colpiva soprattutto le sue mani. I miei aiutanti mi dissero che avrei dovuto portarlo nei mondi celesti. Lo bendai e nelle mani gli misi due piume d'oca, mentre io indossavo una maschera rossa. Quindi in viaggio, battendo il tamburo, insieme andammo con il cigno - uno dei miei aiutanti - molto lontano nei mondi celesti. Ad un certo punto mi trovai di fronte ad un portale chiuso, nei cieli, e lì di fronte c'era una donna indiana (forse Kali in una delle sue manifestazioni?). Lei mi chiese in inglese (con accento indiano :)) che cosa eravamo venuti a fare. Io risposi che eravamo lì per chiedere una guarigione per Aarnout. Lei acconsentì e ci lasciò quindi passare.

Il portale si aprì e noi arrivammo in un mondo di cristalli, dove si presentò un essere tutto di cristallo che prese le mani di Aarnout, che si trasformò pure lui in cristallo.

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Dopo un tempo che non appartiene a questo mondo, lo spirito disse che potevamo andare. Lo salutai, e ritornammo in questa realtà. Aarnout mi chiese che cosa era successo, e perché non aveva potuto vedere. Dissi: "Spiriti celesti hanno fatto su di te qualcosa che non si può descrivere con la mente. Non eri pronto a vederlo, quindi ho dovuto coprire i tuoi occhi. Non farti domande, lascia che tutto venga compiuto come dev'essere. Il dubbio blocca il Potere, blocca la guarigione".

Faceva molto freddo e ci riscaldavamo di fronte al fuoco, mentre le nuvole continuavano a muoversi nel cielo. Ad un certo punto apparve la luna piena, bellissima, che illuminò tutto il giardino. Improvvisamente sentimmo in lontananza dei cani abbaiare, in posti diversi, come se stessero avvertendo qualcosa. Gli aiutanti mi dissero che c'erano spiriti ostili che erano stati attratti dalla cerimonia. Ricordando il sogno fatto qualche notte prima, presi il pugnale nepalese e lo strinsi forte; quasi subito i cani smisero di latrare.

Le visioni continuavano. Battevo il tamburo di fronte al fuoco, quando mi apparse un uomo con una barba bianca ed un cappello rosso. Aveva uno scettro. Pensai ad un uomo di chiesa, a un santo. Guardandolo meglio, mi resi conto che era Sinterklaas, il San Nicolò festeggiato in Olanda, dove e più importante di Babbo Natale. In effetti quello era il periodo in cui si dice lui vada in giro a distribuire doni. E ricorda un pò Gandalf, il bianco ;-)

Forse era stato proprio lui a mandare via gli spiriti ostili?

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Quando il fuoco si spense, lasciò delle braci bellissime, che ricordavano il cielo stellato. Rimanemmo lì a contemplarle per un pò, fino a quando il sonno fu più forte di noi e decidemmo di andare a dormire.

La mattina dopo prendemmo la cenere rimasta e la mettemmo in un buco nel giardino, sopra cui piantammo un piccolo albero che sarebbe germogliato in primavera.
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Mayu
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Iscritto il: ven 26 gen 2007, 9:24
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Re: Amore, draghi, scorpioni e ragni giganti

Messaggio da Mayu »

Ho visto di recente Marcus, con la sua ragazza. Entrambi dicono che la curanderia da dato ottimi risultati, che lui è molto più aperto, che il contatto fisico non gli dà più i problemi di prima e lei è ancora meravigliata del cambio.
"Le Parole dello Sciamano" - La realtà vera è altrove, è completamente diversa da quello che ci appare.
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