Addestramento (ALLE PRATICHE SCIAMANICHE?)

L'interpretazione dei Sogni secondo gli Sciamani

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Gabriella Massarotti
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Iscritto il: dom 20 ott 2013, 14:58

Addestramento (ALLE PRATICHE SCIAMANICHE?)

Messaggio da Gabriella Massarotti »

Sogno h 6 e 30 del 4 dicembre 2013.
Mi trovo in una grande sala insieme ad altre donne, sembra una specie di palestra sorretta qua e là da colonne.C’è un’ insegnante donna e ci fa ripetere delle movenze fisiche e delle “figure”come fossimo delle ballerine classiche. Io non mi sento molto allenata, anzi sono poco preparata, non ho interiorizzato le movenze e sento che vado avanti spiando ed imitando le altre. Ho la sensazione di essere una delle ultime arrivate nel gruppo quindi non ho avuto il modo né il tempo per assimilare le “figure”. Indossiamo degli abiti azzurro avio , con maniche lunghe, vita stretta, gonna larga a semiruota,corta al ginocchio, che devono bagnarsi completamente con un micro-sistema capillare che dipende dalla nostra volontà, e dalla capacità di eseguire bene una immensa miriade di “esercizi” particolari (pari al numero dei punti che formano l'abito, come piccole tessere di un mosaico), affinché poi si dissolvano e l’esperienza riesca.
Altra scena:Vengo invitata da un’amica bionda e molto corpulenta a fare un’escursione. Non ricordo chi guida l’auto. Arriviamo in un paese situato nella campagna, lei fa qualche passo, poi apre una coperta marrone e la stende su un muretto, dove ci appoggiamo sedute a prendere un po’ di sole. Io le dico :”stendiamoci”, ma lei non lo fa e quindi neppure io. In questo paese c’è qualcuno (donne) che ci osserva e mi critica per aver comperato una vecchia casa da un soggetto che se ne è disfatto proprio perché era un posto pieno di mosconi, ma io voglio bonificarlo cospargendo un potente insetticida.Una donna del paese mi critica perché le dico che mi piace andare in un posto solitario dove non c’è niente da vedere e nessuno. (mi fa sentire strana e un po’ matta).
Altra scena:
Siamo tutti nella casa genitoriale, in sala da pranzo, intorno al tavolo (credo con i componenti della mia famiglia ma non ricordo nessuno, se non mia nonna). Suona il telefono fisso che si trova fuori della sala, in fondo al corridoio. Mia nonna cieca che sta aspettando una telefonata, si alza di scatto per rispondere. Le diciamo di andare piano, di non correre, per non cadere. Sono tentata di alzarmi e di correre a rispondere per evitarle un probabile incidente, ma non ricordo se l’ho fatto.
Gabry
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