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Sciamanesimo e psicologia (segue)

Un altro esempio

Un giovane uomo, cui ho già accennato, preso da angoscia per il suo prossimo matrimonio, ha tempestato me e alcuni degli apprendisti sciamani di messaggi con richieste d'aiuto.
Straziato da contorcimenti psicologici, si preoccupava del diminuito desiderio per la sua fidanzata, del dubbio di essere omossessuale (poi scomparso per incanto così com'era arrivato!) e di altri dilemmi sul suo futuro che vedeva come una trappola senza uscita.
Naturalmente se gli si suggeriva allora di non sposarsi, non voleva neppure questo perché amava la fidanzata. Poi si sentiva scarsamente considerato dagli altri, aveva complessi (eccoli là...) di inferiorità e altro...
Si chiedeva cosa voleva fare nella vita, se voleva sposarsi o no etc.
Èandato da uno psicologo e poi si è fatto prescrivere psicofarmaci.
Quando si è arrivati al dunque di un eventuale intervento di guarigione sciamanica, ho scoperto che faceva un lavoro ultimo nella scala delle retribuzioni, che la sua futura moglie non lavora, che la madre lo aiuta economicamente mentre i suoceri gli pagheranno l'affitto.
In questa situazione non sorprende che la prospettiva del matrimonio lo angosci!
Ma di questi problemi reali nelle dozzine di suoi messaggi l'unica traccia era un incidentale: "il lavoro va male...".
Gli ho detto l'opinione di uno sciamano sul problema reale e... è subito scomparso!

Psiche
Noi siamo trasparenti a quasi tutti gli esseri invisibili che ci passano accanto. Proprio come questo viso di donna percorso da pesci e uccelli in un dipinto dell'artista australiana Michele McCrea (© Michele McCrea 2007) .

L'opinione era appunto che alcuni uomini si sposano solo quando han trovato un loro "territorio", ossia un ambito in cui godono di considerazione sociale, non necessariamente della società in generale, ma comunque di un piccolo gruppo in cui si riconoscono. E questo territorio dà loro anche di che vivere, perché anche dal poter mantenere una famiglia si misura la "realtà" del riconoscimento sociale, che altrimenti potrebbe essere solo chiacchiere e illusione.
Altri uomini invece formano una famiglia quando si stanno appena imbarcando per la conquista del territorio e proprio l'impegno congiunto con la loro compagna permetterà il successo.
Entrambe le vie sono buone.
Ma quando un uomo non ha alcun territorio né alcuna prospettiva in cui si sta imbarcando, tranne quella di farsi mantenere parte dalla madre e parte dai suoceri, formare una famiglia è alquanto intempestivo.
Tròvati una prospettiva di avvenire, inizia a lavorarci e allora puoi formare una famiglia.

Dette queste cose, ripeto, il giovane uomo che prima mi inviava quasi un messaggio al giorno, è scomparso.
I problemi psicologici, insolubili, sono infatti anche utilizzati come copertura dei problemi reali, solubili ma che non vogliamo fare lo sforzo di affrontare.

Inutilità delle psicoterapie

Visto che il dogma scientifico ha dato diritto di cittadinanza dentro di noi a Spiriti di passaggio, che mai l'avrebbero avuto e ha trasformato fenomeni irrisori in disgrazie reali, si potrebbe pensare che ormai la psicoterapia sia necessaria, almeno per risolvere dei problemi che ci siamo creati da soli.
Pero no es así, non è così.
Far entrare in casa propria un ragazzino cialtrone e fargli credere che sia il padrone o almeno il figlio del padrone, non lo rende per questo davvero potente. Credere che uno Spirito di scarso spessore sia una persona importante, gli dà potere sulle nostre vite, ma non lo rende potente in realtà, non cambia la sua natura. Basta comunque prenderlo a pedate per cacciarlo fuori!
Abituandoci a dar peso a ciò che non l'ha, la psicologia fa più danni di quanti ne risolva.
L'unica genialità della psicanalisi, ma anche di molte psicoterapie è che sono molto redditizie: poiché il problema non è reale non può essere curato e quindi la terapia dura virtualmente in eterno.
Siccome poi molti di questi iwianch', se anche si insediano dentro casa, finiscono poi per andarsene da soli, il paziente sembra guarire e quindi la terapia appare efficace. Così come uno che raccontasse di poter "curare" l'ondosità del mare, se prolunga la cura finché cambia il vento, può dire: "vedi, è efficace?"
Altri Spiritelli purtroppo non se ne vanno, ma a volte si mettono a dormire e anche lì la lunga terapia appare finalmente efficace.
In ogni caso il paziente, ormai abituato a dar importanza al nulla, si ammalerà di nuovo e tornerà da quel terapeuta o ne sperimenterà uno nuovo.

Anima e Spirito... ma che accidenti sono?

La psiche è una sorta di organo di senso che si rapporta a tutti gli stimoli e Spiriti del presente, è un insieme di fenomeni di superficie e contingenti, sradicati dal passato e ignari del futuro.
Se le si dà peso, diventiamo persone chiuse nel presente, preoccupate solo dell'immediato e disinteressate del futuro nel migliore dei casi, nel peggiore l'avvenire ci darà solo ansia.
In altre parole diventeremo soggetti ideali di questa civiltà: consumisti dediti solo al proprio benessere!
Quel che veramente è importante invece non è la psiche, ma l'anima e lo spirito, che per i moderni neppure esistono più.
E così quando uno sciamano ti cura con un recupero dell'anima, il paziente moderno crede che si vada a risanare una parte della sua psiche.
Quanto allo spirito, nessuno ricorda nemmeno cosa sia!

Eppure la caccia all'anima (o recupero dell'anima) curano solo di riflesso la psiche, poiché l'anima è ben altro: è tutto il nostro essere (in questa singola esistenza), o meglio la nostra essenza viva e vitale, che vuole esistere davvero e andare da qualche parte, un'essenza di cui il corpo è una materializzazione parziale.
Per capirlo da un piccolo esempio, si può aver perso la propria anima, ma essere ancora tecnicamente vivi e avere una psiche complessa e piena di travagli...

Un piccolo triste esempio di anima

Pochi anni fa curai una donna quarantenne che soffriva di una grave perdita d'anima.
Dopo che l'anima le fu riportata, la donna - come vuole il rituale - parlò con essa , ma non riuscì - non volle - capire cosa le diceva. Intervenni io e scoprii che l'anima le chiedeva di fare una scelta nella sua vita o lei, l'anima, non sarebbe rimasta.
La donna era sposata con un uomo ed era amante di un altro. Il marito non sapeva nulla, lei non voleva più far l'amore con lui e da anni gli si negava con pretesti psicologici(!). Non voleva però dire la verità al marito, né tanto meno lasciarlo. E neppure intendeva verificare se l'amante l'avrebbe voluta davvero. Voleva continuare così, come aveva sempre fatto nella sua vita, senza fare scelte.

Tempo dopo mi telefonò, dicendo che il recupero non le aveva dato benefici e che anzi aveva l'impressione che l'anima volesse lasciarla.
Le chiesi se aveva fatto la scelta.
Mi disse di no. Poi chiese se la scelta che doveva fare non poteva essere una scelta interiore, una maggior comprensione interna di quel che voleva.
Le risposi di no, che le scelte devono essere messe in pratica e che le scelte solo interiori non esistono.
Disse con sconforto: "ah, deve proprio essere una cosa pratica, eh?".
Non potevo fare più nulla per lei perché, come le dissi, non era in contatto con la sua anima.

Poco dopo la donna si ammalò di un cancro allo stomaco e in pochi mesi morì. L'anima aveva sciolto ogni suo vincolo con lei e se n'era andata finalmente verso un'esistenza più vera.

Parti essenziali dell'anima infatti non si fermano a questa esistenza e neppure nascono in essa, ma scorrono nel flusso da una vita a un'altra portando a termine, in parte senza saperlo, un piano di Nonna Terra e Nonno Cielo, che trascende le nostre singole vite. Provengono da altre vite, affondano le radici nella stirpe da cui nasciamo e viaggiano verso il futuro e verso future esistenze anche se non sanno perché.
Mentre lo spirito viene definito da alcuni, per comodità, una parte dell'anima che ci connette coi Mondi Celesti e ci attrae verso il senso ultimo dell'esistenza e dell'Universo.
In realtà da sciamano so che sia l'anima che lo spirito sono definiti non tanto dall'essere qualcosa, quanto piuttosto dal fare qualcosa. Lo spirito allora non è in fondo che l'anima quando anela e si spinge verso un obiettivo che la trascende, che trascende la sua singola vita e perfino il suo stesso flusso di vite per aprirsi all'infinito e andare verso il Cielo.
Anima e spirito soli contano.

L'errore fatale

Il tragico errore di questa civiltà è che, dopo la promulgazione del dogma materialistico, si è a poco a poco convinta che per gli esseri umani conti soltanto la sicurezza, la buona salute e il benessere materiale.
Al contrario, i desideri spirituali sono molto più importanti e forti di quelli materiali. E per gli uomini e le donne assai più del benessere è necessaria la fede e l'entusiasmo verso un progetto più alto che ci trascenda e per il quale vivere e, se serve, morire.
Èquest'errore gravissimo che alla fine condurrà la nostra civiltà materialista e consumista al tracollo fatale. E a questo non manca più molto.