Visione durante il viaggio nella terra dei morti

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Yantàna
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Visione durante il viaggio nella terra dei morti

Messaggio da Yantàna »

Hola a todos,

nel viaggio di ritorno in Friuli, io e Pinchu abbiamo condiviso le visioni avute durante il viaggio con la canoa nella terra dei morti. Dopo aver sentito la mia visione, Pinchu mi ha chiesto come mai non l'ho raccontata domenica mattina. Gli ho risposto: perché era lunghissima. Allora lui mi ha suggerito di condividerla qui sul forum... non che scritta sul forum sia più breve, :wink: ma almeno la si può prendere a pezzi. Infatti l'ho divisa in capitoli per facilitare chi volesse cimentarsi nella lettura.
Intanto ringrazio l'Uwishin e tutti i partecipanti per l'esperienza molto molto potente, e soprattutto Ayumpum, gli Antenati, gli Tsunki e tutti gli spiriti che ci hanno aiutato e sono stati presenti con noi.
Buona lettura... spero.... :beer:

L’avvicinamento e l’inferno/purgatorio

Quando i tamburi hanno iniziato a suonare, ho visto la canoa scuotersi come se ci fosse un terremoto. Poi abbiamo iniziato a scendere lungo il torrente, che presto è diventato un fiume, con molte rapide e molte anse. Man mano che scendevamo le coste rocciose si alzavano, diventato alte scogliere, finché ci siamo trovati a viaggiare dentro un canyon.
Dopo un po’ il fiume si è allargato e tranquillizzato, in mezzo è apparsa una piccola isola tonda, con un cimitero dalle mura di pietra/cemento grezzo e con un cancello aperto di ferro. La canoa ci è passata vicino, sembrava quasi volesse fermarsi, ma poi ha proseguito costeggiando l’isola a sinistra. Le sponde rocciose del fiume hanno ripreso ad alzarsi, il letto è diventato di nuovo stretto e le acque rapide.

Sulle coste iniziavano ad apparire anime di morti: erano tutti piuttosto tristi e sofferenti, e ci guardavano passare con malinconia ma anche con una specie di fame nei nostri confronti: come se volessero qualcosa da noi, ma sapessero che non sarebbero riusciti ad ottenerla.
I primi che ho visto erano in piedi sulle rocce, ma presto ne apparvero altri, chiusi dentro delle piccole grotte. Stallatiti e stallagmiti unite avenano formato delle sbarre di pietra: era come se fossero richiusi in delle prigioni, ed erano i più sofferenti. I loro occhi, come quelli degli altri morti, erano completamente neri (anche la parte che di solito è bianca) o rossi.
Poi siamo arrivati in un’altra zona, in cui il fiume si è allargato moltissimo e la corrente si è calmata parecchio. In questa zona c’erano delle piccole isole tonde. Ognuna aveva al centro una capanna di legno, con il caminetto acceso. C’era erba verde, ma non ricordo alberi. Il cielo era grigio, con una luce crepuscolare. Sembrava preistoria, qualcosa tipo il neolitico. Alcuni abitanti, due o tre per isola, vestiti di pelli, venivano a vedere il nostro passaggio: soprattutto donne e bambini (intorno agli 8 - 10 anni). Avevano tutti gli occhi neri o rossi, sembravano meno sofferenti degli altri, ma comunque infelici…

Primo incontro nei mondi sotterranei

Ad un certo punto ho visto una donna, sui trenta - quarant’anni, che mi chiamava da una delle siole. La canoa si è fermata, ma io non mi fidavo a scendere. Così ho chiesto se qualcuno voleva accompagnarmi: è arrivato Tuna in forma di spirito bianco (un po’ buffo a dire la verità… :D ) e con lui sono andato dalla donna.
Lei mi ha detto di essere una mia zia, e di essere molto triste perché si sentiva in colpa per avermi fatto qualcosa di cui io sono totalmente all’oscuro. Aveva lunghi capelli neri e occhi rossi (completamente rossi). Io le ho detto di non preoccuparsi, che non importava più, qualunque cosa mi avesse fatto io la perdonavo. All’inizio non se ne faceva una ragione e piangeva. Poi quando le ho ripetuto che la perdonavo si è rasserenata. Gli occhi sono diventati blu profondo. Io in quel momento ho pensato che potevo tornare sulla canoa, ma lei mi tratteneva per le mani, come se volesse stare ancora un po’ con me. E siamo rimasti un po’ a guardarci negli occhi, come se stessimo condividendo cose non dette.
Io non ricordo minimamente una zia che le assomigliasse. In realtà lei assomiglia molto a una mia cugina da parte di padre, ancora viva, che tra l’altro è l’unica della famiglia più stretta (è la figlia della sorella di mio padre) ad avere occhi blu. Tutti gli altri hanno occhi verdi o marroni.
Comunque, dopo un po’, Tuna ci separa, la saluto e torno sulla canoa. Come risalgo sulla canoa cambia il ritmo dei tamburi e si inizia a salire.

Incontro nei mondi celesti e curanderia

La canoa sale verso i mondi celesti trainata da aquile, falchi e masurìns (credo che in italiano siano le anatre selvatiche...) All’inizio vedo solo nuvole, poi appare una immensa foresta di conifere, tipo quelle che si vedono nel nord Europa, molto fitta. Qualcosa mi attira fuori dalla canoa e mi inoltro nella foresta. Mentre corro in mezzo agli alberi vedo una luce bianca, che diventa sempre più grande e intensa, e che sgorga da un punto preciso di fronte a me. Dopo un attimo il mio sguardo è fisso sulla luce e vedo solo quella.
Dalla luce viene fuori un bellissimo zaffiro a forma di rombo, incastonato in una sottilissima cornice di metallo (non so che metallo, quello tipico delle collane credo, niente di prezioso, di color argento scuro/bronzo). Mentre lo tengo in mano, la luce si condensa in una donna, dai lunghi capelli neri, occhi blu come lo zaffiro e ampio vestito bianco.
Dice di essere una mia antenata. Prende lo zaffiro, che diventa una collana di piccolissimi zaffiri tondi sempre incastonati nello stesso metallo, con lo zaffiro a rombo come pendente e me la mette al collo. Lo zaffiro-rombo arriva giusto all’altezza del mio plesso solare e dopo un attimo sprofonda un po’ nella mia carne e si incastra nel mio plesso solare. A quel punto sento un’esplosione proprio lì, che mi trapassa dalla pancia alla schiena e ritorno nel mio corpo seduto a terra. Poi è come se il corpo si frantumasse e a quel punto… perdo la mia identità. Non ricordo più dove sono, chi sono… è come se non riuscissi a pensare, come se non avessi una mente, ricordi, niente.
Resto in questo stato non so qaunto, poi inizia a balenare la consapevolezza di cosa sto facendo, che poi sparisce, e ritorna… finché non recupero me stesso e vedo che la donna ora è lì dove siamo seduti tutti (fisicamente), o forse noi siamo seduti là dove è lei, non so, e mi sta togliendo un serpente dal diaframma. Lo sento fisicamente. La coda però rimane incastrata sopra il fegato.
Lei mi dice che mi ha curato per quanto io riesco a pemetterglielo, o per quanto potere lascio passare… o qualcosa del genere. A quel punto i ricordi si sono fatti confusi confusi: so che la mia consapevolezza è rimasta nel corpo fisico, sentivo come conati di pianto che mi scuotevano il corpo ma non riuscivo a piangere. Poi una gamba mi si era addormentata, e sentivo molto dolore.
Dopo un tempo che non saprei definire il tamburo inizia a battere lento e cadenzato e capisco che la canoa è ancora nei mondi celesti. Pensavo fosse finita, invece… stanco morto e dolorante, penso di restare lì, in questa realtà e di aver fatto abbastanza, invece qualcosa mi spinge a tornare là…

Visione nei mondi celesti

Sono di nuovo nella canoa, siamo sulle nuvole. Qualcosa mi spinge a saltare sulle nuvole e ad esplorare il luogo finché vedo da lontano uno di quei rulli buddisti per le preghiere infilati su un palo, che si fanno ruotare spingendoli con la mano.
Mi avvicino. Provo a farlo ruotare ma non accade niente. Poi vedo che un fulmine cado sul palo, ma non sento alcun potere. Allora decido di arrampicarmi sul palo come fosse una pertica. Salgo, salgo e noto che il palo è fatto d’oro e mi viene in mente la scala per salire al cielo del mito. Salgo finché arrivo in cima: in cima il palo è appuntito e sono in equilibrio con l’avampiede sinistro scalzo appoggiato sulla punta aguzza.
Mentre sono in equilibrio mi guardo intorno, ma vedo solo nuvole: allora chiedo aiuto agli spiriti. Subito vedo che una nuvola aveva una specie di lastra di cristallo sopra. Salto, mi aggancio alla lastra, mi isso e mi trovo in una città tutta fatta di cristallo. Ci sono un grande spiazzo, un ponte, due edifici molto alti e in lontananza vedo… una collina d’erba con un castello di pietra sopra, che non c’entra nulla con il resto che era di cristallo.
Vado verso la collina e mi trovo di fronte alle mura di un castello, circondato da un esercito di miei antenati maschi vestiti da cavalieri medievali. Sfondiamo il portone di legno del castello e cominciamo la conquista, combattendo contro i soldati dentro le mura, vestiti con tuniche grigie.
Mentre i miei antenati continuano a combattere nel parco del castello, io salgo i gradini di pietra che portano al castello vero e proprio e mi trovo dentro. Un vecchio re pazzo e magro (tipo il re di Rohan del Signore degli Anelli quando era posseduto da Sauron…) mi aggredisce. Io penso che è veramente pazzo e mi fa quasi pena per quanto è debole: schivo l’attacco e lo trafiggo con la spada. Lui stramazza al suolo e la corona d’oro rotola via lontano.
Io mi dirigo verso il trono: ce ne sono due. Quello di sinistra è vuoto, quello di destra è occupato da una donna che piange vestita di bianco. Io vado da lei e come mi vede smette di piangere e… scopro che è la mia antenata di prima, o per lo meno ci somiglia molto (questa sembra più giovane). Lei mi dona la stessa collana di zaffiri. La indosso, e mi accorgo che il castello però è un po’ buio, un po’ cupo… trasandato. Allora uso il potere della collana per abbellirlo, e mentre lo faccio la donna ride: è come se pensasse che sono un po’ ingenuo.
Infatti si avvicina, mi porta verso la porta da cui sono entrato e vedo da sopra i gradini il parco del castello, dove i miei antenati hanno ucciso tutti i soldati in tunica grigia. Io uso il potere della collana per resuscitarl, e una volta resuscitati sono contenti e diventano miei sudditi. A quel punto i miei antenati si inginocchiano di fronte a me e poi se ne vanno, come se mi dicessero "il lavoro è fatto" ma continuerai ad avere il nostro appoggio quando ne avrai bisogno.
Poi io mi giro verso l’interno del castello e vedo che è tutto buio, si vede solo un grande rosone di vetri colorati (come quelli delle cattedrali) sopra i troni, molto luminoso, ma non rotondo, a forma di mandorla.

Ultime visioni/sensazioni a viaggio terminato

Poco dopo ritorniamo indietro. Il viaggio è finito. Mentre Tsunki continua a suonare il tamburo dicendo che ci sono ancora molti spiriti degli antenati intorno a noi, io vedo una processione di miei antenati che depongono dei lumini sul torrente, che poi vengono dolcemente portati via dalla corrente come barchette. Sento potentemente l’aiuto che loro mi daranno, sento che sono con me.
Poi vedo i miei antenati maschi vestiti da cavalieri (quelli che mi hanno aiutato nella conquista del castello), tutti in cerchio: io sono in mezzo, al centro del cerchio e percepisco che vogliono che i loro poteri confluiscano in me perché sono l’ultimo della stirpe.
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Laura
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Re: Visione durante il viaggio nella terra dei morti

Messaggio da Laura »

Ciao, volevo dirti che ho letto tutto con molto interesse e ti ringrazio per la condivisione.

Mi ha incuriosito la parte degli occhi neri e rossi.
Tempo fa lessi alcuni testi sulle tecniche dei Venerabili Mexica, Sogno Tolteco.
Veniva spiegato come gli occhi rossi nei Sogni/Visioni, per loro, indichino che lo Spirito con il quale interagisci... è autentico e che non si tratta di uno Spirito, come lo definiamo noi, Burlone o solo dai Poteri affini.
Non so se sia attendibile anche per lo Sciamanesimo Shuar. Forse in questo caso, indicano, invece, il sentimento principale che governa lo Spirito.
Chissà se tua Zia, ha poi assunto gli occhi blue per il perdono che le è stato concesso o solo per farti capire da quale ramo provenisse; dato che l'hai associata all'unica cugina con gli occhi blue. :roll:
💫 An Ustu Muhari Tani 💫
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Yantàna
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Re: Visione durante il viaggio nella terra dei morti

Messaggio da Yantàna »

Aramara ha scritto:Ciao, volevo dirti che ho letto tutto con molto interesse e ti ringrazio per la condivisione.
Figurati, sono contento che possa essere di interesse e utilità per qualcuno.
Aramara ha scritto:Mi ha incuriosito la parte degli occhi neri e rossi.
Dunque, se sbaglio qualcuno mi correggerà, ma è difficile che un burlone possa insinuarsi all'interno di un un rituale così potente con tutti i terribili :afraid: alleati dell'Uwishin a fare al guardia. Cosa vogliano dire gli occhi neri o rossi, politica a parte :lol: , non lo so ma per come lo sentivo io indicavano la loro condizione di sofferenza e la loro fame di vita vera. infatti li ho incontrati in una specie di zona purgatoriale/infernale.
Aramara ha scritto:Chissà se tua Zia, ha poi assunto gli occhi blue per il perdono che le è stato concesso o solo per farti capire da quale ramo provenisse; dato che l'hai associata all'unica cugina con gli occhi blue.
quello che dici è interessante anche perché la cugina a cui assomiglia è un po' un anatroccolo nero all'interno della mia stirpe paterna. infatti la mia famiglia paterna è formata di persone molto concrete, con lavori come elettricisti, artigiani, ecc. tra l'altro di successo. lei invece è sempre stata un po' pazzerella :fiesta: e aveva interessi artistici, infatti fa la stilista. un po' come me che faccio teatro.
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