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Sciamanesimo e psicologia

Molti credono che la guarigione sciamanica sia essenzialmente psicologica.
Anzi, non solo la guarigione da disturbi e malattie, ma anche i Viaggi e i rituali per ottenere Potere o per riequilibrarsi con l'Universo.
Quando intrapresi la Via Sciamanica due amiche - nient'affatto razionaliste - mi chiesero come stavo e io risposi che andava molto meglio e nella mia vita era entrato un Potere nuovo.
Al che si dissero l'un l'altra: "Facendo queste pratiche sciamaniche passa un sacco di tempo nella natura..."
"Che già di per sé, se non altro, fa bene!"
"E fa bene alla psiche soprattutto"
"Infatti!"

Testa psicologica
La mente umana secondo il mito psicologico: tutto è dentro di essa.

Lo sciamanismo quindi faceva bene al corpo e alla psiche perché si sta nella natura.
Ma anche molti che lo praticano (o perfino che lo insegnano!) credono che la sua efficacia sia psicologica e possa curare le malattie psicosomatiche, supposto che esistano.
Se ci sono dei Poteri questi verrebbero dalla psiche del soggetto.
In conseguenza di ciò il neo-sciamanismo occidentale è molto psicologizzato. Ad es. il significato delle visioni va considerato soggettivo: se vedi un cavallo, dipende da cosa significa per te il cavallo. Ossia il cavallo non esiste come uno Spirito indipendente da chi lo vede.
Un insegnante di neo-sciamanismo tra i più quotati insegna che l'erba sacra o l'incenso che puoi usare per purificare dipende dai tuoi gusti, dice "la salvia bianca mi dà un senso di pace e di pulizia, ma è una cosa personale, a te può fare un altro effetto".
Che la salvia sia gradita agli Spiriti benevoli e infastidisca quelli ostili non è rilevante: quindi o gli Spiriti non percepiscono aromi (e perciò millenni di sciamani e sacerdoti si sono sbagliati) o essi sono solo una nostra proiezione individuale.

Ma qual è il rapporto tra psicologia e sciamanesimo, nello sciamanesimo nativo e antico?
Nessuno, in verità.
Se non altro perché i nativi non occidentalizzati problemi psicologici non ne hanno e neppure capiscono cosa siano.

Lo sciamanismo è suggestione?

Suggestione... ovviamente psicologica.
Anni fa in un'intervista Aldo Carotenuto, "barone" della psicologia junghiana in Italia, parlando della magia disse: "Non si può capire la magia degli antichi, se non si conosce la psicologia..."
Proseguiva affermando che il mago lanciava una "fattura" alla vittima, la vittima credeva nel potere magico del mago e quindi, a causa della suggestione psicologica, davvero si ammalava (di qualche disturbo psicosomatico ovviamente!) o le capitava una disgrazia.
Concludeva poi dicendo che incantesimi e fatture basavano il loro potere proprio sulla paura e la suggestione.
Ma è vero?
In realtà no, non ha alcuna base storica, è solo una fantasia di Carotenuto suggestionato dalla psicologia...

Anni fa, uno sciamano Shuar (Amazzonia) presso cui ero ospite ricevette la visita di due nemici della sua comunità. C'era un contrasto grave con loro e le loro intenzioni erano quanto mai pericolose e ostili.
Quando i due se ne andarono, mentre gli voltavano le spalle, lo sciamano - avendo la massima cura di non farsi vedere - soffiò qualcosa contro di loro: due tséntsak, frecce magiche invisibili degli sciamani amazzonici.
Poi disse a me e a quelli della sua casa di non rivelare a nessuno che aveva lanciato i due tséntsak ai nemici, altrimenti la voce poteva diffondersi, loro lo venivano a sapere e sarebbero potuti ricorrere a un altro sciamano per farsi curare.
Nel giro di 3 o 4 giorni, entrambi gli uomini morirono, uno fu travolto da un albero mentre disboscava e l'altro fu morso da un serpente.
In realtà nella tradizione amazzonica, lo sciamano che usa gli tséntsak per uccidere un nemico, sta bene attento a che il nemico non lo veda e non sappia di essere stato colpito, proprio perché non possa ricorrere a un altro sciamano per curarsi in tempo.
La suggestione psicologica fantasticata da Carotenuto è proprio ciò che viene evitato!

(Tra parentesi, voglio precisare che l'uso di poteri sciamanici per uccidere o comunque fare del male, è giustificato in società tribali dove non c'è né un sistema giudiziario né carceri o altre forme di punizione temporanea. In tali ambienti la giustizia è affidata al singolo o ai capi - come lo sciamano - che devono amministrarla severamente per tutelare la loro comunità dall'estinzione.
Come diceva il mio maestro Juá gli Spiriti non ammettono affatto l'uso letale dei Poteri nelle società occidentali moderne!
Chi lo fa verrà duramente colpito dalle forze cosmiche)

La psicologia, ma esiste?

La psicologia come disciplina esiste senz'altro. Le discipline l'uomo le inventa e dal quel momento certo esistono.
Ma i fenomeni psicologici esistono? Sono sempre esistiti?

Se leggete una qualunque opera della letteratura antica prima dell'Ottocento, a meno che non stravolgiate il senso di ciò che state leggendo, non troverete quasi traccia di problematiche psicologiche.
I personaggi di Omero o dei tragici greci o della Divina Commedia o della Bibbia hanno problemi etici, dilemmi morali, problemi sociali, problemi d'amore, problemi spirituali, ma problemi psicologici mai o quasi mai.
Un lettore moderno potrà chiedersi come si distinguono i problemi psicologici dagli altri: è facile! I problemi psicologici sono interni, riguardano l'interno della persona, hanno pretesti reali (neanche sempre), ma non sono agganciati a niente di concreto.
Ad es. se ami una donna (o un uomo) ma non riesci a conquistarla oppure se sei incerto tra 2 donne, hai un problema d'amore. Se invece, come capita a un ragazzo che mi ha scritto in poche settimane dozzine di richieste di aiuto, sei preoccupato e angosciato all'idea di sposarti, questo è di solito un problema psicologico. Non dipende in realtà dalla ragazza (di cui infatti nell'esempio in questione il ragazzo non dice mai niente!) né da ostacoli concreti.
Un criterio semplice è questo: se c'è qualcosa nella realtà esterna, cambiando la quale il problema sparirebbe, allora il problema è reale. Se invece non c'è, allora il problema è psicologico.

Com'è possibile che la letteratura antica non nomini mai problemi psicologici?
Qualcuno arriva ad asserire che gli antichi autori non fossero in grado di descrivere i moti psichici!
Davvero qualcuno può credere che genî della letteratura come Omero, Dante, Eschilo, cui nessuno dei moderni arriva neppure a pulire i calzari, genî che raccontano splendidamente qualunque cosa, non fossero capaci di descrivere una banalissima depressione?

La verità è che gli antichi non raccontavano di problemi psicologici perché... non ne avevano.
Qualche moderno lo ammette e sostiene che la loro mente era meno evoluta della nostra.
Basta leggere un filosofo greco come Platone o Aristotele, per rendersi conto che è una baggianata.

La psicologia e anche la psiche umana come la conosciamo noi, coi suoi problemi di solito insolubili, è stata inventata nella metà dell'Ottocento e da allora non ha mai smesso di perseguitare gli uomini e le donne moderni...