la morte e il morire

Tutto ciò che riguarda lo sciamanesimo

Moderatori: Pinchuruwia, Tuna, Mayu

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Kaya
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Messaggio da Kaya »

Grazie a tutti per le risposte e per aver manifestato il vostro interesse all'argomento.
In attesa che si esprimano anche altri (i computeristi una tantum)
spero che anche lo Sciamano consideri di calendarizzare un cerchio o un incontro su questa tematica.
Un abrazo a todos.

Mitakuye oyasin
Vittorio
nanna
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Messaggio da nanna »

Ciao, ecco la computerista una tantum...
Grazie a te Vittorio per aver sollevato questa richiesta. Sono giorni che pensavo di farvi altre domande a questo proposito (ero via); in verità troppe domande, e credo che davvero ci vorrebbe un cerchio esaustivo.
E' vero che tutti i rituali comunitari e di passaggio sono importanti e che molti di noi hanno scritto più volte di sentirne l'esigenza, ma penso che la morte sia il più importante. Forse perchè sappiamo che dopo non possiamo farci più niente, non possiamo accompagnare i nostri cari nè aiutarli, che il viaggio che li aspetta è duro e pericoloso, che sono tristi e vorrebbero tornare da noi. Insomma è un trauma per tutti e tutti vorrebbero essere preparati, a morire e ad accompagnare a questo evento e poi a saperlo affrontare.
Inoltre, ho riletto spesso i post di questa discussione per cercare risposte, è capitato spesso a molti di voi di ricevere chiamate di aiuto e di essere visitati dai morti.
Insomma è una delle esigenze più urgenti (e penso soprattutto alll'esperienza di Nantu, ma anche di Elena) che si sono manifestate, e non penso che sarebbe un cerchio impopolare, per quanto molto "pesante".
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Kaya
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Messaggio da Kaya »

Ciao Nanna.
Se ho capito bene, all'ultimo cerchio lo sciamano ha promesso (promessa di sciamano....!?) che all'inizio dell'autunno farà un cerchiosu queste tematiche.
Il motivo: aspettare quelli che quest'estate vogliono prendere l'Arutam, perchè pare che per viaggiare nella terra dei Morti sia altamente consigliato: :(
A meno che uno non voglia stabilirsi lì .....!

Animo y fuerza
Kaya
nanna
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Messaggio da nanna »

Va bene, spero che ci sia la possibilità di fare qualcosa anche per chi non ha e non avrà l'arutam. Credo che sia un'esigenza davvero universale: non so voi ma io con la morte non ho per niente un bel rapporto e soprattutto non chiaro. Non so reagire, non so comportarmi e non so come onorare, seppellire, aiutare... purtroppo succede troppo spesso di incontrare la morte e non è facile interiorizzare le parole di Tsunki (riferendosi agli animali, ma quindi credo che valga per tutto, disse che la vita e la morte non sono che un giro di danza).
Tsunki dice che ai morti non si dovrebbe pensare per un po', per tre mesi, per lasciarli andare. Altre culture, come la nostra, prescrivono un limitato periodo di lutto in cui piangere il defunto prima di ricominciare a vivere. Non so se le due cose possano sottendere lo stesso significato, ma prevedono per lo meno due comportamenti diversi, l'una il pianto (addirittura in Grecia si usavano le prefiche), l'altra che addirittura lo proibisce. E questo è solo un esempio della contraddizione in cui ci troviamo anche solo nella gestione del dolore, senza pensare a tutti i rituali che facciamo con funerali e sepoltura, e che mi auguro che facciamo bene, che siano giusti, perchè la posta in gioco è alta. Senza pensare a quello che succede nei nostri cimiteri... io per esempio non trovo più i miei trisnonni, al cimitero mi hanno detto che dopo un po' vanno nella fossa comune...
Posso solo sperare, ma non credo, che non abbia troppa importanza, o che ci sia un modo per compensare, e che lo sciamano ce lo insegni...
Anna
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La morte e il morire

Messaggio da Anna »

Alcuni mesi fa mi è capitata una cosa strana......
Un ragazzo ligure, ha rintracciato il mio numero di telefono su un sito di Reiki.
Mi ha telefonato per chiedermi aiuto e consiglio per il suo cane cardiopatico.
La sua voce mi aveva indotto a chiedergli cosa ....oltre il cane ,lo addolorava....
Lui mi disse che sua madre era in coma ..e soffriva moltissimo...si sentiva un pò in colpa...per non aver trovato il medico giusto..e che forse se avesse fatto di più...la madre non sarebbe stata in quelle condizioni.
La telefonata è stata breve...con i convenevoli del caso.
Un pò di sano altruismo...compassione...parole di conforto.
Ma poi per questo estraneo...improvvisamente.....mi sono uscite parole che non ricordo...e che gli ho mandato come sms.
Lui mi rispose...che quelle frasi erano simili a quelle che gli avrebbe detto sua madre.....e sua madre si chiamava Anna....come me.
La notte mi svegliai improvvisamente e sentii la necessità di uscire....bruciare la salvia e accompagnare con una preghiera agli Spiriti Anna.
Quella notte Anna morì.
Questo è successo in inverno di quest'anno.
Da allora a questo ragazzo arriva ogni 2 mesi....lo stesso messaggio che io scrissi...in uno stato presumubile di alterata coscienza....sul suo cellulare....
arriva anche se io questo messaggio non l'ho memorizzato....anche se io stessa non l'ho inviato...e in momenti in cui ho il cellulare spento....alla stessa ora...prima che morisse
poi nel giro di 10 minuti si auto-cancella.....
testimone la sorella.

Io ho sentito questa anima....percepita.....così affranta del dolore del figlio.....
Non so cosa fare......


________________Margot ( un pò mi piace usare questo nome:::)
Awa

Messaggio da Awa »

questa cosa che racconti è bella e strana, ma non saprei cosa dire.... se non che gli Spiriti creano coincidenze che ai nostri occhi appaiono incredibili...
Pheonix
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Iscritto il: mer 3 giu 2009, 18:40

Messaggio da Pheonix »

Rispondo in modo particolare a Elena: carissima e tenerissima anima, spero che tu abbia superato il dolore e il senso di impotenza riguardo alla morte dei tuoi nonni.
La prima cosa che devi guardare nel rapporto con le anime dei defunti, cari o anche no: i sensi di colpa! Vedi se hai agito sempre con amore e responsabilità nei loro confronti durante la loro vita terrestre. Li dove tu non sei riuscita agire secondo la tua scala di valori e magari ti sei bloccata per qualche motivo, compresa la paura che fa dei brutti scherzi nei rapporti con le persone, non permettendoti di fare il meglio per loro, ecco dove devi agire. Eliminare i sensi di colpa, agendo magari nei confronti di altre persone che possono essere anche dei corpi paralleli, dando a loro tutto quel aiuto e amore che avresi voluto dare ai tuoi cari.
Un altra cosa importante che devi guardare dentro di te, sono i desideri legati a queste persone, a quello che loro ti davano, quell'energia d'amore che aspetavi sempre da loro e che forse ti riempivano qualche vuoto dentro di te? Cos'è che ti davano di cosi bello e importante e che tu non riesci a regalare a te stessa?
Se davvero li ami e vuoi aiutarli, la prima cosa : AMA TE STESSA!
Cosi continuerai ad amare loro che continuano a vivere ancora dentro di te che sei la portatrice di un codice e un bagaglio genetico immenso. Hai dentro di te tutto dei tuoi antenati : il loro sangue, la loro carne, la loro mente, parti delle loro anime non ancora abbastanza evolute per poter sentirsi libere. Sei tu che li puoi liberare, agendo con amore e responsabilità prima dentro di te, poi in base alle tue risorse, agendo nei confronti degli altri.
Comunque, pregando, facendo meditazione e mandando luce a loro può essere sempre di aiuto,anche scrivere una lettera a loro e comunicare tutto quello che senti, comprese cose del passato quando magari avresti voluto dire a loro parole di amore e non ci sei riuscita per lontananza o per fattori culturali, blocchi emotivi, qualsiasi cosa ti abbia impedito di agire, lo puoi sempre fare. Loro ti sentono, e come!
PACE, AMORE E FORZA INTERIORE!
Dhuma

Messaggio da Dhuma »

Vorrei condividere con voi un brano scritto da Capo Kahkewaquonaby, Ojibway.
E’ a proposito dei Riti Funebri presso la sua gente.
Poiché la tradizione è sciamanica, si riconoscono usi ed intenti volti ad “allontanare” l’anima del defunto affinché trovi al sua Via.

Non cito letteralmente perché non finirei più, ma vi presento alcune rielaborazioni più sintetiche.

Il corpo veniva sepolto con la testa a occidente e con i suoi oggetti personali, affinché potessero servire al defunto nel suo viaggio verso l’aldilà.
E –aggiungo io- affinché non venisse a cercarli tra la sua gente.

Poi veniva preparata una copertura per la pioggia (il corpo non veniva sempre seppellito: a volte era solamente adagiato al suolo).

A questo punto, i parenti e gli amici si sedevano in circolo in testa alla tomba per fare l’offerta al morto (carne, minestra o “acqua di fuoco) che veniva consumata dai presenti e, in parte bruciata.
L’anima del defunto consuma il cibo distrutto dal fuoco.

L’anziano faceva un discorso, enumerando i meriti del defunto, pregandolo affinché intercedesse per loro e avessero selvaggina in abbondanza; inoltre, esortava la sua anima a dipartirsi serenamente da loro.

Se il morto era sposato, spesso era costume che la vedova saltasse sulla tomba e poi corresse a zig-zag tra gli alberi. Così facendo sfuggiva lo spirito del marito affinché non avesse a perseguitarla.

Poi venivano prese specifiche e rituali “precauzioni” affinché il defunto non potesse rientrare nel suo wigwam.
La sera del giorno stesso in cui si era svolta la cerimonia funebre, i giovani sparavano coi fucili dall’apertura sul tetto della casa, le vecchie facevano baccano sulla soglia e altre cose.
Spesso, prendevano una coda di daino e, dopo averne bruciacchiati tutti i peli, la sfregano sul viso e sul collo dei bambini così che il “puzzo” allontanasse gli spiriti.

E’ evidente l’intento di non legare a sé gli Spiriti dei defunti, ma di lasciarli partire o comunque non dar loro occasione di tornare tra i vivi.

L’anima dell’ojibway segue un sentiero ben nascosto che porta verso occidente; è un sentiero lungo e difficile, ma lo porta nel Paese degli Spiriti, dove incontra i suoi parenti.
Ma è un paradiso che solo l’indiano è in grado di apprezzare, infatti è fatto solo per lui.
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Elena
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Messaggio da Elena »

Ciao Phoenix
è interessante ciò che scrivi, ma il mio post non ha nulla a che vedere con i sensi di colpa nei confronti dei propri defunti...
Nè allora, nè oggi provo sensi di colpa nei confronti dei miei nonni. Il senso di impotenza di cui parlo è quello che si prova nel momento in cui l'anima di un defunto ti chiede ripetutamente aiuto perchè non riesce a trovare pace e tu non sai cosa fare per riuscire ad aiutarla.
In quel post portavo il mio caso personale a conforto della necessità che abbiamo di saperne qualcosa di più sulla morte e sui rituali di accompagnamento e di aiuto alle anime dei morti.

Animo y fuerza

Yamà-nùa
Elena
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Taranis
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Secondo me (1 parte)

Messaggio da Taranis »

Salve a tutti!

Nella nostra cultura si è affermata (credo/spero per praticità ma penso purtroppo anche per pigrizia) la tendenza a valutare le eventi in maniera pressoché binaria dando ad un elemento un significato ed al suo “opposto” il significato opposto: bianco-nero, buono-cattivo, nascita-morte tentando così di incasellare il reale in una griglia di valori di riferimento fino a crearsi una bella mappa per orientarsi nel mondo.

In questo modo l’essere umano, FLUIDO per sua natura, si ritrova inconsciamente a valutare in un modo o nel suo opposto gli oggetti e le situazioni che gli si oppongono: la “nascita” di qualcosa (di gradito) o di qualcuno assume un significato di “gioia”, di “luce”, di “bellezza”, di “libertà”, di “leggerezza” mentre la morte di qualcuno o la fine di qualcosa (di gradito) assumono una valenza di “tristezza”, di “sprofondare nel buio”, “brutta”, di “costrizione”e di “sofferenza”.

Ma è davvero così bella gioiosa e libera una nascita?
Provate a convincere di questo se ci riuscite quel fagottino cacciato con urli e spinte dal suo nido caldo e acquoso che si ritrova a dover attraversare un tunnel stretto e angusto (spesso afferrato da 2 mani che gli negano almeno la “gloria dell’impresa”) per poi ritrovarsi “su un altro pianeta” con i polmoni che esplodono nel primo respiro con un tale dolore a farlo piangere.
Ci siamo passati tutti ma chissà perché diamo ancora alla nascita un valore di gioia assoluta.
Punti di vista? Non solo.

Forse erano più vicini al vero i saggi dell’antica Cina inquadrando nel simbolo del Tao il nascere-crescere-svilupparsi-decadere dello Yin nello Yang e viceversa: in soldoni niente muore, tutto si trasforma.

In quest’ ottica ciò che succede semplicemente succede secondo un ordine prestabilito, la nascita di qualcosa è un anello di una catena infinita che porterà ciò che nasce a trasformarsi finché non riusciremo più a distinguerlo coi sensi per poi continuare il ciclo…forse si reincarnerà, forse continuerà la propria vita su un altro livello.

Il cambiamento è sottile ma l’ottica cambia.
Non vuol dire che non ci sia dolore per il distacco ma in quei momenti ci viene in soccorso la consapevolezza radicata in noi che chi viene a questo mondo deve per necessità passare ed andar via (come dico da anni: chi nasce ha una data di scadenza stampata sul culo, ecco perché non la vede!).
In quest’ottica ti godi i momenti che vivrai con l’altra persona e dopo il dolore (che comunque c'è per il distacco) sarai sereno, nell’ottica occidentale media pensi fino alla fine che tutto sia eterno e poi piangi a vita la perdita di quello che avevi.
Un saluto.

P.S. - ho molto altro da dire a riguardo ma perché tediarvi in un post soltanto?
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Taranis
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Secondo me (2 parte)

Messaggio da Taranis »

...Secondo me il dolore che proviamo in caso di perdita di qualcuno o qualcosa di caro è dovuto solo in parte al distacco (è normale che la prolungata interazione con l’altro crei un certo tipo di “legame” e che la fine di essa o l’impossibilità di prolungarla oltre provochi per così dire delle conseguenze) ma che cosa fa in modo che esso possa durare anomalamente anche tutto il resto della vita?
In questo di sicuro ci rientra l’EGO come di sicuro ci rientra l’ASSENZA di preparazione ad affrontare la morte, ma che cosa non permette all’essere umano di preparare un altro essere umano ad affrontare la Bianca Signora se non un EGO che fa di tutto per negarla?
ESSO sa di essere la parte dell’essere umano destinata a morire (sa di non essere NOI in pratica!), una parte contingente all’incarnazione attuale, ma fa di tutto per non ammetterlo e per allontanare il pensiero della sua nemica dalla mente dell’uomo occupandolo con questioni irrilevanti, eccessive gioie, eccessivi dolori, abbagliandolo con questioni futili, fornendo una scala di valori e significati con cui interpretare il tutto allontanando di fatto l’unica consapevolezza che potrebbe spingerci a ricercare la “verità” nel tempo limitato che nel frattempo ci è concesso.

La Consapevolezza di dover morire infatti rende più umili ed efficaci.
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prometeo
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come affrontare la morte di un propio caro

Messaggio da prometeo »

sono stata riammessa nel forum da poco , e voglio raccontarvi la mia esperienza sulla morte di mia madre. A quei tempi non seguivo nessun tipo di "cammino" ma credo che l'intuito mi abbia suggerito la cosa giusta. Mia madre aveva da diversi anni il Morbo di Alzaimer e spesse volte era stata sul punto di morire, mio fratello ogni volta si ostinava a dire che ce la poteva fare, e lei si riprendeva ,ma al prezzo che per le piaghe da decubito le hanno amputato una gamba, cosa terribile perche come diceva il nostro vecchio e saggio medico si continua a sentire l, arto come se fosse vivo e con gran dolore.Lui ci consigliava di farla morire . M a mio fratello non voleva .l-ultima volta mi sono arrabbiata con lui dicendogli che lei continuava a restare in vita per farlo contento e che lui era un grande egoista . il pomeriggio lui mi telefona mentre assistevo mia madre ,dicendomi che ci aveva pensato eche si era convinto a lasciarla andare.Quella sera mia madre e morta mentre io le raccontavo di tutti i suoi parenti che la aspettavano per fare una grande festa. Un mese dopo mi e venuta in sogno dicendomi che la festa era ancora in corso e che se noi vivi sapessimo come e bello lassu- non avremmo piu paura della morte.Lei comunque era una grande anima, per mio padre e stato diverso.scusate la mia ortografia ma certi tasti non mi rispondono.
prometeo
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Re: come affrontare la morte di un propio caro

Messaggio da Pinchuruwia »

Ciao Prometeo,
molto bello il tuo post.
Mia madre è morta quest'anno in primavera ed io avevo cominciato da poco la via sciamanica. Non sapevo bene come comportarmi, ma ho deciso di seguire le indicazioni che dà Tsunki alla pagina 2 di questo topic.
Così poco prima che morisse gli ho detto quello che le sarebbe dovuto succedere e quello che avrebbe dovuto fare. Lei ha sorriso (dopo tanto tempo che non lo faceva) e mi ha detto che le aveva fatto molto piacere quello che le avevo raccontato (mia madre non conosceva lo sciamanesimo e non seguiva vie sciamaniche).
Poi dopo ho cercato di evitare e di far evitare ai miei familiari di parlare di lei almeno per 3 mesi. Adesso siamo riusciti a ritrovare i nostri equilibri e qualche giorno fa mio fratello ha avuto una bambina che assomiglia molto a mia madre, continuando così il ciclo della vita.
Ringrazio Francesco per quello che aveva scritto, che mi ha permesso di donare qualche momento di serenità a mia madre, nei suoi ultimi giorni di vita.


P.S.:
prometeo ha scritto:sono stata riammessa nel forum da poco...
Io invece credo che sarò cacciato tra poco perchè non ho raggiunto il numero di messaggi richiesto, ma anche questo fa parte della circolazione del potere :)
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Lateralus
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Messaggio da Lateralus »

..la morte e' un argomento che spesso molte persone tendono di evitare.
Questo secondo me xche' a molti di noi non e' stata mai fatta alcun spegazione a riguardo. Devo dire che nel mio caso,la religione,non mi e' stata affatto d'aiuto.
Ho capito il suo significato sulla mia pelle e in quel momento la mia vita e' stata scossa,ho provato cosa si puo'sentire durante il trapasso;e' stata un'esperienza di panico totale e allo stesso tempo di rassegnazione a qualcosa che non possiamo contrastare...forse non ero ancora pronto a quel tipo di esperienza
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Mayu
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Messaggio da Mayu »

Mi e' stato raccontato un fatto che ha dello straordinario (quindi "Waccan").

Come ho gia' scritto altrove, il padre di un amico e' morto la scorsa settimana. Il figlio si trovava in America, e quando ricevette la telefonata dalla madre che gli diceva che i dottori non gli davano piu' di due settimana di vita, lui prese il primo aereo per l'Europa. Ando' a Londra, dalla quale poi sarebbe andato per qualche giorno ad Amsterdam, e poi a Roma.

Non riusci' a trovare alcun volo per l'Olanda, per un giorno intero (era domenica 16/05), nonostante la vicinanza dei due Paesi, e nonostante non ci fosse alcuna nube vulcanica a bloccare i voli in quella data. Quindi opto' per andare a Roma. Il giorno dopo il suo arrivo, il padre spiro'...

Se non ci fosse stato quell'incredibile inghippo, non ce l'avebbe mai fatta ad essere vicino al padre al momento del trapasso.

Come puo' la morte di una persona creare tali incredibili coincidenze? Ci vuole un certo potere per bloccare tutti i voli verso l'Olanda di un aereoporto internazionale (e vicinissomo) per un giorno intero...
"Le Parole dello Sciamano" - La realtà vera è altrove, è completamente diversa da quello che ci appare.
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