Tséntsakeros che abbandonano

Tutto ciò che riguarda lo sciamanesimo

Moderatori: Pinchuruwia, Tuna, Mayu

Rispondi
  • Autore
    Messaggio
Avatar utente
Tsunki
Administrator
Messaggi: 4289
Iscritto il: gio 7 dic 2006, 20:26
Località: Amazzonia, Australia, Svizzera
Contatta:

Tséntsakeros che abbandonano

Messaggio da Tsunki »

La conquista degli tséntsak è un'avventura meravigliosa che ripaga degli sforzi, come sa chi l'ha portata in fondo e spero possa testimoniarlo!

Come sempre nei cammini davvero validi, ci sono persone che abbandonano. Se lo fanno è perché non sarebbero in grado di gestire il potere degli tséntsak o la responsabilità che ne deriva. Quasi sempre si
tratta di persone o troppo deboli che non vogliono abbandonare le loro debolezze oppure persone troppo aggressive o troppo centrate su se stesse e sui propri bisogni. Gli Spiriti alti sanno che tali persone farebbero, spesso loro malgrado, un uso cattivo del Potere e che ciò prima o poi gli si ritorcerebbe contro, oltre che danneggerebbe l'Universo.
Così saggiamente i loro punti deboli da parte degli Spiriti vengono toccati e loro abbandonano. E' buona, anzi ottima medicina così.

Tuttavia queste persone inadatte hanno già acquisito degli tséntsak e il loro potere e, come ho detto molto spesso, il potere è una lama: puoi usarla per tagliare il pane, incidere una ferita infetta o uccidere. E' tua responsabilità l'uso che ne fai.
Ma gli sciamani non vogliono né gli Spiriti alti vogliono che un potere forte come quello degli tséntsak venga usato malamente.
Per questa ragione nell'antica saggezza amazzonica in generale e Shuar in particolare è prescritto che a coloro che abbandonano il cammino sacro
degli tséntsak o che ne fanno un uso cattivo, lo sciamano che li ha addestrati sottragga loro gli tséntsak che hanno acquisito.
La premura degli Spiriti alti fa sì che lo sciamano che addestra (e solo lui o lei!) possa togliere gli tséntsak ai suoi allievi!
Noi uwishìn abbiamo uno tséntsak apposito (lo tséntsak tuntìak) che
ci permette di farlo.

A coloro che hanno abbandonato il corso degli tséntsak o che ne sono stati espulsi, provvederò nei prossimi giorni a sottrarre o disattivare gli tséntsak che possiedono.
E' mio dovere avvisare che gli tséntsak disattivati possono talora ancora essere visti dal loro possessore, ma il tentativo di usarli porta gravi contraccolpi di sfortuna.

A tutti auguro di trovare la loro strada.
Ultima modifica di Tsunki il mer 5 nov 2008, 14:54, modificato 1 volta in totale.
ánimo y fuerza

Tsunki
Avatar utente
Kaya
Messaggi: 825
Iscritto il: mer 27 dic 2006, 9:11
Località: Torino

Re: Tséntsakeros che abbandonano

Messaggio da Kaya »

Tsunki ha scritto:La conquista degli tséntsak è un'avventura meravigliosa che ripaga degli sforzi, come sa chi l'ha portata in fondo e spero possa testimoniarlo!

il potere è una lama: puoi usarla per tagliare il pane, incidere una ferita infetta o uccidere. E' tua responsabilità l'uso che ne fai.

Non so se è giusto impostare in questo post le mie considerazioni.
Forse dovrei farlo nelle pagine riservate agli tsentsak, ma penso che sia utile che tutti le conoscano, anche e soprattutto quelli che primo o poi inizieranno a incamminarsi verso quella che è veramente una meravigliosa avventura.
E parla uno che, forse unico caso insieme ad un’altro, non era minimamente interessato a viverla ed è stato praticamente costretto dallo sciamano a farlo.
Naturalmente lo sciamano aveva ragione ….
Adesso che l’ho portata in fondo (anche se in realtà penso di essere solo agli inizi) ed ho iniziato a praticare, nella mia qualità di vice-aiuto-aspirante-coadiutore-assistente-curandero, i primi lavori con gli tsentsak, la sensazione che provo costantemente in ogni momento è la responsabilità.
E un po’ come se avessi realizzato che “adesso si fa sul serio”. Intendiamoci, non che prima fosse un gioco o che pensassi che i lavori che facevamo fossero degli scherzi, anzi ho sempre avuto ben presente che i luoghi dove c’è molto potere possono essere anche molto pericolosi, e che avere a che fare con gli Spiriti era una cosa seria.
Ma ora che i miei tsentsak sono operativi è come se avessi per le mani appunto un coltello, o ancora meglio, un bisturi.
Innanzitutto sento di dovermene prendere cura: deve sempre essere perfettamente affilato, disinfettato e pronto all’uso.
Io stesso, come un chirurgo, sento di dover essere sempre pronto (infatti i chirurghi girano sempre portandosi dietro la borsa dei ferri e il cerca-persone acceso).
Nel mio caso non è difficile, visto che gli Spiriti gentilmente si preoccupano di provocarmi, circa una volta alla settimana, vomito e/o diarrea (che culo, eh!? sento che molti provano invidia ..).
Insomma mi trattano con cura, pulendo sempre molto bene la canna del fucile (ricordate la storia dell’osso cavo?).
Inoltre il mio impegno ad accrescere i miei “cavalli del vento” e ad “allinearmi” è aumentato sempre più.
Ma la sensazione più forte che provo è la responsabilità verso le altre persone.
E’ come se fossi arrivato a un punto di non ritorno. E come se sentissi che ho ricevuto un grande dono, ma che ha valore solo se lo condivido con gli altri.
Sento che ora sono in qualche modo”obbligato” a prendermi cura delle persone, in particolare di quelle che hanno bisogno di aiuto, anche se, ammetto, spesso mi costa fatica ed è difficile in molti casi, soprattutto quando si ha a che fare con persone che soffrono molto.
Posso dunque riassumere tutto questo con un solo concetto: sento una grande responsabilità.
La responsabilità del colibrì di far circolare il potere usandolo per gli altri.
Credo che a ciò abbia contribuito anche il mio Arutam.
Così come il nome Shuar che gli Spiriti mi hanno attributo con il tramite del nostro Uwishin.
Mitakuye oyasin

Kaya
Ultima modifica di Kaya il dom 14 set 2008, 19:40, modificato 1 volta in totale.
Awa

Messaggio da Awa »

Ciao, Vittorio.
Condivido con te quanto dici sul senso di responsabilità.
Certamente prendere consapevolezza del potere di questi strumenti che sono gli tsentsak, è un cambiamento concreto, è rendersi conto di un tipo di potere diverso. Si vivono, si vedono e si sentono le cose in modo differente.

Questo senso di responsabilità, sia verso di noi per le scelte che facciamo (come ad es. iniziare tale percorso) sia verso gli altri - ci dovrebbe portare ad essere impeccabili anche a costo di fatica e sacrificio (non umano... :D ) e deve entrare anche nella vita normale di ogni giorno, cosa non facile e che comporta saper gestire il proprio potere.

(PS: prenoto una guardatina appena puoi...)

Ciao
Avatar utente
nanki
Curandero
Messaggi: 1041
Iscritto il: mer 27 dic 2006, 14:55

Re: Tséntsakeros che abbandonano

Messaggio da nanki »

Tsunki ha scritto:Noi uwishìn abbiamo uno tséntsak apposito (lo tséntsak tuntìak) che ci permette di farlo.
come mai l'arcobaleno?
in quel momento consumati dalla fiamma di un fuoco eternamente acceso dentro di loro,
essi potranno finalmente svanire da questa terra, librandosi nel più libero dei voli.
e sarà come se essi non siano mai esistiti.
Avatar utente
Yanas
Curandero
Messaggi: 635
Iscritto il: lun 8 ott 2007, 10:22
Località: Roma

Re: Tséntsakeros che abbandonano

Messaggio da Yanas »

Tsunki ha scritto:La conquista degli tséntsak è un'avventura meravigliosa che ripaga degli sforzi, come sa chi l'ha portata in fondo e spero possa testimoniarlo!
anche per me, come dice Vittorio, la conquista degli Tsentsak è un'avvertura meravigliosa... a volte pesante, a volte faticosa ma meravigliosamente bella. Nulla si ottiene senza fatica, ma tutto l'impegno che si deve mettere nella conquista degli Tsentsak è poi abbondantemente ripagato...


nanki ha scritto: come mai l'arcobaleno?
Provo a buttarmi, Nanki, per il "Tuntiak"... (e provo a rispondere... :wink: )
...l'arcobaleno ha l'effetto di innamorarli e di attirarli?
Yanàs
Avatar utente
Tsunki
Administrator
Messaggi: 4289
Iscritto il: gio 7 dic 2006, 20:26
Località: Amazzonia, Australia, Svizzera
Contatta:

Messaggio da Tsunki »

Brava Yanàs!

Non saprei dire bene, ma Tuntìak, l'Arcobaleno, ha un potere di attrazione e anche di diventare una "strada" o un ponte, infatti spesso si usa (non solo tra gli Shuar, ma anche in molti altri sciamanismi) per camminarci sopra e salire fino al Cielo o andare in luoghi lontani etc.
Così lo tséntsak tuntìak viene lanciato in modo da fare un ponte tra lo sciamano e l'allievo: ha potere di attrarre gli tséntsak dell'altra persona, che ritorneranno al maestro passando sul "ponte" stesso.
Tuntìak ha in generale il potere di attrarre altri esseri, non solo come tséntsak: infatti il suo arùtam (per chi lo trova nella Ricerca) dà appunto il potere di essere attraenti per altri, cosa che alcuni interpretano come potere di essere leader, ma non è affatto così. Gli uomini e le donne "tuntìak" sono attraenti ma non dei leader, possono anche radunare persone, ma per conto di altri.
ánimo y fuerza

Tsunki
Hathor

Messaggio da Hathor »

Tsunki ha scritto: Così lo tséntsak tuntìak viene lanciato in modo da fare un ponte tra lo sciamano e l'allievo: ha potere di attrarre gli tséntsak dell'altra persona, che ritorneranno al maestro passando sul "ponte" stesso.
Infatti, quando Tsunki (lo Spirito) mi passa gli Tséntsak, crea un ponte di bava - lo vedo proprio come un ponte - sul quale viaggiano gli Tséntsak da lui a me.
Ora sappiamo che può avvenire anche il contrario.
Avatar utente
mantide
Curandero
Messaggi: 517
Iscritto il: gio 21 dic 2006, 10:05
Località: BERGAMO

ts.

Messaggio da mantide »

Per Vittorio.Chiedo umilmente ai tuoi Spiriti Purificatori di provvedere anche con me!!!Sopratutto con diss....... :lol: :lol: :lol:
MANTIDE
Avatar utente
Nantu
Curandero
Messaggi: 424
Iscritto il: gio 28 dic 2006, 17:34

Messaggio da Nantu »

hola..
è da qualche anno che 'convivo' con i miei tsentsak e debbo dire che,nonostante l'esperienza vissuta nell'acquisizione e l'allenamento all'utilizzo siano state cose molto faticose, essi mi hanno portato tante soddisfazioni; questo soprattutto nei momenti in cui li ho interpellati per aiutare gli altri, attraverso le estrazioni o, più in generale,per avere visioni.
Ogni volta che nutro questi Spiriti ausiliari li ringrazio per avermi aiutato, anche se nella mia proverbiale pigrizia non li uso spesso..se non nella curanderia.
Credo sia essenziale capire una cosa, che la nostra società oramai ha dimenticato proprio perchè c'è poca spiritualità: i doni o le possibilità offertecidagli Spiriti nel nostro cammino di vita, seppur ottenuti con la fatica e sacrificio, non devono esser sperperati o sfruttati in malomodo, come qualsiasi oggetto da supermercato fatto in serie, poichè spesso sono unici, preziosi e in questo caso anche pericolosi.
In tal senso ricordo ciò che ci disse, a Santa Rosa di Macas, Domingo ossia uno dei figli dell'abuelo, quando io e Nanki gli chiedemmo se possedeva tsentsak:"...non li voglio avere, poichè sono una persona abbastanza collerica e rischierei di lanciare continuamente tsentsak ogni volta che mi arrabbio". Saggezza tribale!
animo y fuerza.Nantu
Rispondi