Karma e reincarnazione
Moderatori: Pinchuruwia, Tuna, Mayu
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Karma e reincarnazione
Quanta verita' puo' esserci secondo voi in queste due cose?
In questi giorni durante alcune meditazioni e stati di trance aiutato da metodi di respirazione,sono riuscito a carpire una cosa molto strana:ho avuto come l'impressione che l'esistenza o meglio dire la realta' "non esista".E' stato come se uno spirito,un entita' di potere piu' alto,mi abbia trasmesso una cosa,una verita' che in fondo e' stata sempre dentro di me(dentro di noi),ma che fino a ora non ne ero consapevole.
Praticamente la vita e' come una ripetizione di eventi che si ripetono all'infinito,il nostro io terreno non se ne accorge perche' completamente influenzato dal tempo e lo spazio.In effetti questi due fattori negli altri mondi sembra che non esistino.
Non e' come dire che allora siamo solo delle marionette in balia di chissa' cosa.Il significato e' che siamo tutti dei reincarnati.In ogni cuore umano pulsano secoli di vita,lo spirito si reincarna ogni volta in un involucro diverso.Purtroppo nella nostra societa' c'e' molto scetticismo,perche' tutto questo fino ad ora non e' stato dimostrabile dalla scienza.Ma chi ci dice che la scienza esisti davvero,e se fosse tutta un'invenzione di qualcuno piu' grande di noi.Voi vi fidate piu' della natura e l' energia che sprigiona o di un uomo che magari dice di essere stato sulla luna.Chiedo a qualcuno piu' illuminato quanto possa esserci di vero in tutto questo
In questi giorni durante alcune meditazioni e stati di trance aiutato da metodi di respirazione,sono riuscito a carpire una cosa molto strana:ho avuto come l'impressione che l'esistenza o meglio dire la realta' "non esista".E' stato come se uno spirito,un entita' di potere piu' alto,mi abbia trasmesso una cosa,una verita' che in fondo e' stata sempre dentro di me(dentro di noi),ma che fino a ora non ne ero consapevole.
Praticamente la vita e' come una ripetizione di eventi che si ripetono all'infinito,il nostro io terreno non se ne accorge perche' completamente influenzato dal tempo e lo spazio.In effetti questi due fattori negli altri mondi sembra che non esistino.
Non e' come dire che allora siamo solo delle marionette in balia di chissa' cosa.Il significato e' che siamo tutti dei reincarnati.In ogni cuore umano pulsano secoli di vita,lo spirito si reincarna ogni volta in un involucro diverso.Purtroppo nella nostra societa' c'e' molto scetticismo,perche' tutto questo fino ad ora non e' stato dimostrabile dalla scienza.Ma chi ci dice che la scienza esisti davvero,e se fosse tutta un'invenzione di qualcuno piu' grande di noi.Voi vi fidate piu' della natura e l' energia che sprigiona o di un uomo che magari dice di essere stato sulla luna.Chiedo a qualcuno piu' illuminato quanto possa esserci di vero in tutto questo
se affermi che il tempo non esiste, allora non esiste neanche la reincarnazione, in quanto evento successivo di uno precedente!
in effetti, nella visione sciamanica la reincaranzione non esiste, tutte le esistenze sono contemporanee....
in effetti, nella visione sciamanica la reincaranzione non esiste, tutte le esistenze sono contemporanee....
in quel momento consumati dalla fiamma di un fuoco eternamente acceso dentro di loro,
essi potranno finalmente svanire da questa terra, librandosi nel più libero dei voli.
e sarà come se essi non siano mai esistiti.
essi potranno finalmente svanire da questa terra, librandosi nel più libero dei voli.
e sarà come se essi non siano mai esistiti.
c'è chi si crogliola nell'illusione dell'esistenza ("tutto ciò che è reale esiste", come diceva aristotele, oppure "credo solo a quello che vedo"...) e chi -chi ama meno la vita- si crogiola nell'illusione della non esistenza (niente esiste, tutto è "maya"...).
ognuno si trastulla come può.
le "cose vere" sono poche e stanno nel cuore di ognuno e ognuno le conosce.
ognuno si trastulla come può.
le "cose vere" sono poche e stanno nel cuore di ognuno e ognuno le conosce.
sì, è termine "tecnico", filosofico per indicare lo stato puramente illusorio di questa realtà. termine induista. Indiani... mistici estremisti!
Con il termine Maya (in sanscrito माया, māyā) si intendono diversi concetti metafisici e gnoseologici propri della religione e della cultura induista.
Si tratta di un «velo» metafisico illusorio che, separando gli esseri individuali dalla conoscenza/percezione della realtà (se non sfocata e alterata), impedisce loro di ottenere moksha, la liberazione spirituale, tenendoli così imprigionati nel samsara, il continuo ciclo delle morti e delle rinascite. Similmente alla metafora della caverna di Platone, l'uomo (e quindi l'intera umanità) è presentato come un individuo i cui occhi sono coperti dalla nascita da un velo, liberandosi dal quale l'anima si risveglierà dal letargo conoscitivo (o avidyã, ignoranza metafisica) e potrà contemplare finalmente la vera essenza della realtà.
Le numerose ed eterogenee correnti induiste attribuiscono significati e funzioni differenti a questo concetto: le correnti dualistiche (come ad esempio gli Hare Krishna) la interpretano come il «velo» che separa l'essere individuale dal riscoprire la propria relazione con Dio, che essi identificano con Krishna; mentre presso le scuole moniste (come, ad esempio, l'Advaita Vedānta) questo «velo» è rappresentato dall'identificazione con il corpo, con la mente, con l'intelletto e con la propria stessa individualità, il senso dell'io (ahamkara), ovvero tutto ciò che ricopre e riveste l'Ātman (unica entità eterna ed immortale), impedendo di riconoscere la propria identificazione con esso ed illudendo così l'anima individuale di essere un individuo distinto dal tutto.
Con il termine Maya (in sanscrito माया, māyā) si intendono diversi concetti metafisici e gnoseologici propri della religione e della cultura induista.
Si tratta di un «velo» metafisico illusorio che, separando gli esseri individuali dalla conoscenza/percezione della realtà (se non sfocata e alterata), impedisce loro di ottenere moksha, la liberazione spirituale, tenendoli così imprigionati nel samsara, il continuo ciclo delle morti e delle rinascite. Similmente alla metafora della caverna di Platone, l'uomo (e quindi l'intera umanità) è presentato come un individuo i cui occhi sono coperti dalla nascita da un velo, liberandosi dal quale l'anima si risveglierà dal letargo conoscitivo (o avidyã, ignoranza metafisica) e potrà contemplare finalmente la vera essenza della realtà.
Le numerose ed eterogenee correnti induiste attribuiscono significati e funzioni differenti a questo concetto: le correnti dualistiche (come ad esempio gli Hare Krishna) la interpretano come il «velo» che separa l'essere individuale dal riscoprire la propria relazione con Dio, che essi identificano con Krishna; mentre presso le scuole moniste (come, ad esempio, l'Advaita Vedānta) questo «velo» è rappresentato dall'identificazione con il corpo, con la mente, con l'intelletto e con la propria stessa individualità, il senso dell'io (ahamkara), ovvero tutto ciò che ricopre e riveste l'Ātman (unica entità eterna ed immortale), impedendo di riconoscere la propria identificazione con esso ed illudendo così l'anima individuale di essere un individuo distinto dal tutto.
sì, è termine "tecnico", filosofico per indicare lo stato puramente illusorio di questa realtà. termine induista. Indiani... mistici estremisti!
Con il termine Maya (in sanscrito माया, māyā) si intendono diversi concetti metafisici e gnoseologici propri della religione e della cultura induista.
Si tratta di un «velo» metafisico illusorio che, separando gli esseri individuali dalla conoscenza/percezione della realtà (se non sfocata e alterata), impedisce loro di ottenere moksha, la liberazione spirituale, tenendoli così imprigionati nel samsara, il continuo ciclo delle morti e delle rinascite. Similmente alla metafora della caverna di Platone, l'uomo (e quindi l'intera umanità) è presentato come un individuo i cui occhi sono coperti dalla nascita da un velo, liberandosi dal quale l'anima si risveglierà dal letargo conoscitivo (o avidyã, ignoranza metafisica) e potrà contemplare finalmente la vera essenza della realtà.
Le numerose ed eterogenee correnti induiste attribuiscono significati e funzioni differenti a questo concetto: le correnti dualistiche (come ad esempio gli Hare Krishna) la interpretano come il «velo» che separa l'essere individuale dal riscoprire la propria relazione con Dio, che essi identificano con Krishna; mentre presso le scuole moniste (come, ad esempio, l'Advaita Vedānta) questo «velo» è rappresentato dall'identificazione con il corpo, con la mente, con l'intelletto e con la propria stessa individualità, il senso dell'io (ahamkara), ovvero tutto ciò che ricopre e riveste l'Ātman (unica entità eterna ed immortale), impedendo di riconoscere la propria identificazione con esso ed illudendo così l'anima individuale di essere un individuo distinto dal tutto.
da wikipedia.
Con il termine Maya (in sanscrito माया, māyā) si intendono diversi concetti metafisici e gnoseologici propri della religione e della cultura induista.
Si tratta di un «velo» metafisico illusorio che, separando gli esseri individuali dalla conoscenza/percezione della realtà (se non sfocata e alterata), impedisce loro di ottenere moksha, la liberazione spirituale, tenendoli così imprigionati nel samsara, il continuo ciclo delle morti e delle rinascite. Similmente alla metafora della caverna di Platone, l'uomo (e quindi l'intera umanità) è presentato come un individuo i cui occhi sono coperti dalla nascita da un velo, liberandosi dal quale l'anima si risveglierà dal letargo conoscitivo (o avidyã, ignoranza metafisica) e potrà contemplare finalmente la vera essenza della realtà.
Le numerose ed eterogenee correnti induiste attribuiscono significati e funzioni differenti a questo concetto: le correnti dualistiche (come ad esempio gli Hare Krishna) la interpretano come il «velo» che separa l'essere individuale dal riscoprire la propria relazione con Dio, che essi identificano con Krishna; mentre presso le scuole moniste (come, ad esempio, l'Advaita Vedānta) questo «velo» è rappresentato dall'identificazione con il corpo, con la mente, con l'intelletto e con la propria stessa individualità, il senso dell'io (ahamkara), ovvero tutto ciò che ricopre e riveste l'Ātman (unica entità eterna ed immortale), impedendo di riconoscere la propria identificazione con esso ed illudendo così l'anima individuale di essere un individuo distinto dal tutto.
da wikipedia.
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- Iscritto il: mar 19 gen 2010, 3:41
- Località: Provincia di vicenza dove fanno la polenta buona
Il velo di maya è un velo metafisico che ti impedisce di percepire la realtà ultima delle cose o perlomeno la altera, questo nella cultura induista.... Kant distingueva tra fenomeno che è ciò che a noi appare come reale e il noumeno che è la realtà ultima a noi inconoscibile attraverso la ragione, Schopenhauer diceva che possimo arrivare ad esso con l'intuito (mi son sempre chiesto se ciò che non è ragione è solo l'intuito?questo è un punto cruciale della mia ricerca)... per gli induisti se si riesche ad andare oltre di esso si trova la liberazione cioè si esce dal "ruotare del divenire" il ciclo morte e rinascita...
Ultimamente ho letto siddharta di herman hesse, consiglio fortemente questo libro parla proprio di queste cose... proprio riflettendo su alcune pagine di questo libro mi è venuto in mente una cosa assurda e al quanto ironica ...
Una volta andati oltre il maya ed aver ottenuto la vera conoscenza, essendo essa indicibile e inesprimibile perchè non appartiene al maya, come diavolo farebbe un illuminato a spiegare a noi poveri mortali, potrebbe esser questo motivo di gran fraintendimento fra discepoli... E se tutti i grandi come Gesù, Kriscna, zoroastro ecc.ecc. fossero arrivati li, ma si fossero spiegati in modo diverso.... vi pensate che risate, e noi qui a dibbatterci su parole inutili e fraintendibili e a farci guerra... la parola è illusione!!!!!
(mia considerazione: se vedo un fiore sò che esiste lo posso toccare... però un fiore è radicato al terreno e da esso dipende ne è inscendibile, esso è anche l'aqua che lo nutre, per di più ogni attimo esso non è mai quello dell'attimo prima è più che altro un fiorire... lo stesso fiore poi è fatto di ciò che fù, come un animale morto in quel punto esso è animale... lo stesso fiore può esser colto da un uomo fatta una buona tisana, ecco che il fiore diviene uomo, esso è un fiore eppure è tutte queste cose. Considero in un certo senso vere entrambe le illusioni eppure anche false forse sono ancora più super incasinato ed illuso)
Ultimamente ho letto siddharta di herman hesse, consiglio fortemente questo libro parla proprio di queste cose... proprio riflettendo su alcune pagine di questo libro mi è venuto in mente una cosa assurda e al quanto ironica ...
Una volta andati oltre il maya ed aver ottenuto la vera conoscenza, essendo essa indicibile e inesprimibile perchè non appartiene al maya, come diavolo farebbe un illuminato a spiegare a noi poveri mortali, potrebbe esser questo motivo di gran fraintendimento fra discepoli... E se tutti i grandi come Gesù, Kriscna, zoroastro ecc.ecc. fossero arrivati li, ma si fossero spiegati in modo diverso.... vi pensate che risate, e noi qui a dibbatterci su parole inutili e fraintendibili e a farci guerra... la parola è illusione!!!!!
(mia considerazione: se vedo un fiore sò che esiste lo posso toccare... però un fiore è radicato al terreno e da esso dipende ne è inscendibile, esso è anche l'aqua che lo nutre, per di più ogni attimo esso non è mai quello dell'attimo prima è più che altro un fiorire... lo stesso fiore poi è fatto di ciò che fù, come un animale morto in quel punto esso è animale... lo stesso fiore può esser colto da un uomo fatta una buona tisana, ecco che il fiore diviene uomo, esso è un fiore eppure è tutte queste cose. Considero in un certo senso vere entrambe le illusioni eppure anche false forse sono ancora più super incasinato ed illuso)
Corvoblu ha scritto:sì, è termine "tecnico", filosofico per indicare lo stato puramente illusorio di questa realtà. termine induista. Indiani... mistici estremisti!
[...] Si tratta di un «velo» metafisico [...]
da wikipedia
Forse non è metafisico.John Thot ha scritto: Il velo di maya è un velo metafisico che ti impedisce di percepire la realtà ultima delle cose o perlomeno la altera [...]
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Paolo (bel nome) non saprei, se ci arrivo oltre il velo te lo dico (ammeso che sia esprimibile ) ... per adesso onestamente posso solo ipotizarne l'esistenza e cercare il modo di sperimentare... se non è metafisica allora è empirica e si può sperimentare sensibilmente, se è sperimentabile mi chiedo con che sensi si percepisca... se esiste una realtà sovrasensibile allora l'uomo deve sviluppare o accedere a sue particolari facoltà percettive...Forse non è metafisico.
Non sono un animale da compagnia, non perdere tempo a lisciarmi il pelo.John Thot ha scritto: Paolo (bel nome) [...]
Se ti interessa rompere il velo impiega la tua energia a capire come fare.
Avere una certa considerazione per la natura e gli spiriti secondo me aiuta.John Thot ha scritto: [...] allora l'uomo deve sviluppare o accedere a sue particolari facoltà percettive... [...]
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sembri la reincarnazione di hume o berkeley....John Thot ha scritto: se non è metafisica allora è empirica e si può sperimentare sensibilmente, se è sperimentabile mi chiedo con che sensi si percepisca... se esiste una realtà sovrasensibile allora l'uomo deve sviluppare o accedere a sue particolari facoltà percettive...
in quel momento consumati dalla fiamma di un fuoco eternamente acceso dentro di loro,
essi potranno finalmente svanire da questa terra, librandosi nel più libero dei voli.
e sarà come se essi non siano mai esistiti.
essi potranno finalmente svanire da questa terra, librandosi nel più libero dei voli.
e sarà come se essi non siano mai esistiti.
Ognuno si trastulla come può.Corvoblu ha scritto:c'è chi si crogliola nell'illusione dell'esistenza ("tutto ciò che è reale esiste", come diceva aristotele, oppure "credo solo a quello che vedo"...) e chi -chi ama meno la vita- si crogiola nell'illusione della non esistenza (niente esiste, tutto è "maya"...). Ognuno si trastulla come può.
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- Località: Provincia di vicenza dove fanno la polenta buona
Potrebbe essere.... vi rivelo un segreto... Io non ho mai studiato Filosofia non ho fatto il liceo, ho un'innata tendenza a parlar di queste cose, così dopo molte discussioni conosco qualche termine da filossofo ma è un'ennesima maschera dell'io anche se non escluderei di essere la rincarnazione di uno di quei due li che prima non conoscevo (hume e berkeley )...sembri la reincarnazione di hume o berkeley....
Certo che mi impegno a capire, e già tento a modo mio di raggiungere pian piano uno stato di non-mente, di interruzione dei pensieri (così sapro da solo cosa c'è oltre la ragione) ma ci vuol pazienza e un pò alla volta... Specifica cosa intendi per considerazione della natura e degli spiriti perfavore non credo di aver capito, grazie dell'intervento e mica mi metto lisciarti il pelo, e poi veramente è un bel nome Paolo...Non sono un animale da compagnia, non perdere tempo a lisciarmi il pelo.Se ti interessa rompere il velo impiega la tua energia a capire come fare.... Avere una certa considerazione per la natura e gli spiriti secondo me aiuta.
Vorrei porre una critica... certo essere ironici sulla situzione dell'uomo è gran cosa... ma qualcuno di voi che ride dell'uomo che si trastulla è percaso un risvegliato? altrimenti stiamo qui a ridere anche della nostra attuale condizione perchè ci siamo dentro anche noi nel maya... il che è la cosa più ironica di tutte hahahaCorvoblu ha scritto:
c'è chi si crogliola nell'illusione dell'esistenza ("tutto ciò che è reale esiste", come diceva aristotele, oppure "credo solo a quello che vedo"...) e chi -chi ama meno la vita- si crogiola nell'illusione della non esistenza (niente esiste, tutto è "maya"...). Ognuno si trastulla come può.Laughing Cool
Ognuno si trastulla come può.
quando ho risposto mi ero appena alzato dal letto dopo aver bevuto una tazza formato famiglia di caffè.... più risvegliato di così!
in quel momento consumati dalla fiamma di un fuoco eternamente acceso dentro di loro,
essi potranno finalmente svanire da questa terra, librandosi nel più libero dei voli.
e sarà come se essi non siano mai esistiti.
essi potranno finalmente svanire da questa terra, librandosi nel più libero dei voli.
e sarà come se essi non siano mai esistiti.