Come impareranno gli allievi, stabilire un alfabeto per la
agarri lim gu non è facile, giacché i suoni sono filtrati attraverso i nostri sensi umani.
Questi sono i suoni che ho isolato finora con maggior sicurezza e che considereremo:
- occlusive:
- occlusive sorde: t, p, k
- occlusive sonore: d, b, g (dura)
- occlusive aspirate sorde: le occlusive sorde sembrano mutare in occlusive aspirate (ad es. una t seguita da una lieve aspirazione, come nell'inglese top) quando intervocaliche e in sillabe toniche (accentate). Ad es. Ba-túm iri si legge Ba-thúm iri. A differenza della t, la p e la k presentano questa spirantizzazione anche all'inizio di parola, se la sillaba è accentata. Ad es. Kúm su viene letto Khúm su
- occlusive aspirate sonore: le occlusive sonore prendono un'aspirazione se in posizione intervocalica e tendono più o meno, secondo la parola, a mutare come segue: b → fricativa bilabiale sonora, simile a w (V. sotto); d → alveolare monovibrante, simile a dr (V. sotto) ma più "debole" , prossima alla tt in better soprattutto nelle pronunce americane o australiane; g → fricativa velare sonora, simile a ğ (V. sotto).
Le aspirate, sorde e sonore, dato che dipendono dalla posizione e dall'accento, che può variare secondo la frase, non sono indicate nel dizionario.
- occlusive ancestrali: la lingua presenta un suono ancestrale intermedio tra d ed r - riscontrato in lingue antichissime - simile a un solo colpo di lingua di una r trillata (monovibrante alveolare), ma più "forte" e vicino alla d e che indichiamo con dr. Altre varianti particolari e assenti dalle nostre lingue moderne non sono riportate qui.
- affricata: l'accostamento di d e sh (ad es. in adshu) si legge come g dolce, come in "gesto". In alcuni «dialetti» però sh è letto spesso come dsh.
- occlusiva glottidale sorda: ’
La indichiamo con un apostrofo (ad es. in ram’a), si chiama anche colpo di glottide (glottal stop) e consiste solo in una rapida occlusione e rilascio della glottide, come per scandire due parole, ad es. nel tedesco das Auto. Il suono è tuttavia incerto e sembra oscillare tra il vero colpo di glottide e una h leggermente aspirata.
- sibilanti: s (come nell'italiano suono), ts (z come in spazio), sh (sc come in scena)
- liquide: l, r
.
- nasali: m, n, ğ. La ğ ha un suono che varia dalla fricativa velare sonora (circa come la g nello spagnolo agua) alla nasale velare ng dell'inglese ring
- fricativa bilabiale: w. Il suono è intermedio tra la v e la u consonantica (come in uovo) e può oscillare tra i due estremi.
- fricativa velare sorda: h. Ha un suono simile al ch nel tedesco nacht o alla jota spagnola.
- vocali: a, i, e, u, â, î, ê, û.
Non c'è la o, ma in alcune parole la u può venir letta anche come o chiusa. In tali casi la indichiamo come ů. Non sembra però un suono indipendente.
Molte lingue distinguono tra vocali chiuse e aperte e/o tra lunghe e brevi. Sull'apertura, sembra che le e nella maggioranza dei casi siano chiuse. Nelle radici più antiche la e sembra in effetti un suono intermedio tra e e i.
Le vocali con l'accento circonflesso sono nasali. Inoltre, anche se nel dizionario non viene indicato, la n e la m nasalizzano la vocale che precede.
Informazioni più approfondite sulle vocali saranno date nei tutorials.