Sofferenza e insuccessi di origine famigliare, II PARTE: l’Onda
[Questo video è la continuazione di Sofferenza e Insuccessi di Origine Famigliare]
Buenas Tardes.
Ritorniamo sulla questione di “Insuccessi ripetuti, sofferenza o anche malattia di origine famigliare” .
Abbiamo visto un caso, abbastanza estremo, di una ragazza rimasta vedova giovane, così come sua madre, sua zia e sua nonna e abbiamo visto che l’interpretazione psicologica, di queste cose, non è assolutamente plausibile.
Ma, siccome questo tipo di schema, di dramma, che si ripete simile o, addirittura, identico lungo le generazioni di una famiglia è, purtroppo, abbastanza frequente… ne dobbiamo concludere che, anche nei casi in cui la spiegazione psicologica sembri plausibile, probabilmente è sbagliata; probabilmente la causa di questo è qualcos’altro.
“Secondo Sciamani qual è?” – “Cos’è che da origine a questi drammi ripetuti?”
Sciamani cercano di indagare la Realtà… andando nell’Altra Realtà.
Cercando, nell’Altra Realtà, con l’aiuto di Spiriti Ausiliari o di Piante Maestro, cos’è successo per provocare quello che avviene in questa Realtà; il dramma che avviene in questa Realtà.
Nel caso della mia paziente: “la ragazza rimasta vedova da giovane”, sono andato in Altra Realtà con Spirito di Giaguaro e, il Giaguaro, mi ha portato da: “una ragazza dall’aspetto infelice, male in arnese e con uno sguardo molto addolorato, però, anche indispettito – con un certo piglio di una persona offesa e risentita – e, questa ragazza, aveva in braccio un bambino molto piccolo, sporco ma molto molto piccolo, praticamente un neonato”.
Non riuscivo a parlare con lei ma – perché non voleva parlare assolutamente – ma altri Spiriti, poi, mi hanno detto quello che doveva essere successo. Ossia che: “la trisavola della paziente o, comunque, un’Antenata precedente alla bisnonna, non aveva permesso il matrimonio del figlio con la ragazza che amava e, questo figlio, si era sottomesso al volere della madre e aveva sposato, poi, un’altra donna ed era diventato l’ascendente diretto della mia paziente.
La ragazza, di cui era innamorato e che non aveva potuto sposare, aveva fatto una brutta fine.
E, siccome, io la vedevo sempre giovane e con un bambino in braccio, pensai che fosse rimasta incinta e quindi – una volta diventare ragazza madre era una vera disgrazia – e quindi, probabilmente, fosse anche morta giovane; dal momento che la vedevo sempre di giovane età.
La mia paziente non sapeva niente di tutto questo e, naturalmente, questa storia poteva venire scartata come “fantasia di vecchio Sciamano”, no? Però, io ho insistito con mia paziente e lei ha indagato e indagando ha saputo, dalla prozia – cioè dalla sorella della nonna, perché la nonna oramai non c’era più – che la prozia diceva che ricordava, (quando ancora era ragazzina), che si diceva che “sua nonna” – ossia la trisavola della mia paziente, appunto – “sua nonna non aveva permesso al figlio maggiore” – che era, appunto, il padre di questa prozia e della nonna della mia paziente…si esatto – “non aveva permesso al figlio maggiore di sposare la donna di cui era innamorato e che, questa donna, non si sapeva che fine avesse fatto, però, si diceva che fosse finita male”.
Ecco, non abbiamo potuto sapere se, davvero, era rimasta incinta e aveva avuto un bambino, illegittimo – cosa gravissima un tempo – però, questi erano i fatti verificati.
Allora… ”Che cos’è la spiegazione sciamanica?”.
La spiegazione sciamanica è che, naturalmente, tutto parte da questa… da questa ragazza che è stata calpestata ed è diventata, dopo morta, uno Spirito offeso.
L’offesa, che lei ha subito, doveva essere compensata perché quello che succede nella famiglia della mia paziente sembra, appunto, una sorta di “compensazione” o, se volete dirlo con un linguaggio più “cattivo” di vendetta, cioè vita per vita.
Cioè non una compensazione identica perché succede una cosa simile.
Come la mia paziente, cioè no la mia paziente – scusate – come lo spirito offeso “la povera ragazza male in arnese, aveva assaggiato l’amore ma le era stato subito tolto, perché la madre del suo innamorato non aveva voluto consentire le nozze…”
Non aveva voluto consentire le nozze per ragioni di classe sociale, una volta le questioni di classe sociale erano molto importanti. La ragazza era di una classe inferiore, forse, anche per questo io la vedevo malconcia; era probabilmente di una classe servile – come si diceva un tempo.
Ecco, come a lei era stato tolto l’amore, lo aveva assaggiato ma le era stato negato molto presto, così alle donne della famiglia che le avevano procurato quest’ offesa, quelle donne, avrebbero lo stesso assaggiato l’amore, cioè si sarebbero sposate per amore ma l’avrebbero subito perso perché i mariti sarebbero morti molto giovani.
Ecco, questa è la “compensazione” o “vendetta” se preferite.
Ma… vedete subito che non si tratta di una vera compensazione.
Perché la compensazione dovrebbe essere “vita per vita”; come a lei le è stato tolto l’uomo che amava, così alle donne – non so – a una donna di quella famiglia, a un’altra donna di quella famiglia viene tolto l’uomo che ama; basta, a questo punto siamo pari, no?
Cioè c’è anche un aspetto sociale ed economico a questa compensazione, badate bene, perché rimanere vedova da giovane, una volta, per una donna, significava finire in miseria e spesso doveva andare a lavorare come serva.
Non era questo il caso, della famiglia della mia paziente, perché la famiglia della mia paziente è una famiglia agiata ma, anche nel caso di famiglie agiate, rimanendo vedova da giovane, la donna finiva per dover vivere della carità dei parenti, che non è un bel vivere, ovviamente.
Ecco, però, non si tratta di una vera – ripeto – “compensazione vita per vita”, perché succede molte volte, continua a ripetersi. Cioè, sembra che lo Spirito offeso non sia mai sazio di sofferenza, no? Di sofferenza altrui.
Perché questo?
Questo è un punto importante, in quanto, succede sempre così.
Se fosse semplicemente una vendetta, noi, ci dovremmo aspettare che succede la stessa cosa con una persona della famiglia che ha procurato l’offesa e basta, termina lì, o se la sofferenza non sembra sufficiente… due volte ma, invece, continua a replicarsi tre, quattro, cinque, dieci volte; a volte può continuare per molte generazioni.
E, inoltre, c’è un altro aspetto particolare che può sfuggire.
Vediamo un esempio diverso.
Un esempio diverso me lo scrive uno di voi… Luca che mi chiede se: “è possibile che l’insuccesso economico ,suo – di Luca stesso – e di suo padre, siano dovuti al disappunto del nonno che non ha gradito che il figlio non abbia voluto fare il suo stesso lavoro”.
Allora, cosa è successo?
Il nonno di Luca, il padre di Luca – scusate – non ha voluto fare il lavoro del nonno, ha fatto un altro lavoro ma non ha avuto successo economicamente. Dopodiché Luca, di nuovo, non ha voluto fare il lavoro del padre ed anche lui non ha avuto successo economicamente.
Lo schema si ripete e rischia di ripetersi ancora.
Ho già risposto, nei commenti, che è molto possibile che la causa sia, appunto, il disappunto del nonno e che, anzi, ci sono moltissimi casi di questo tipo che io stesso ho affrontato, con metodi sciamanici, per risolvere il problema.
Ecco, però osservate, anche qui sembra una compensazione.
Quello che avviene è diverso perché… nel caso della mia paziente, l’origine di questa sofferenza era: “una donna esterna alla famiglia che era stata offesa e calpestata dalla famiglia” e che, quindi, faceva diciamo tra virgolette “la sua vendetta”.
Nel caso, invece, di Luca… l’origine è interna alla famiglia: è il nonno, ascendente diretto, addirittura, di Luca che “non contento, deluso dal figlio – il padre di Luca – lo condanna, in qualche modo – magari inconsapevolmente, no? – ma lo condanna all’insuccesso economico”; che poi si trasmette anche a Luca, di nuovo, non è sufficiente una volta sola, continua a ripetersi e potrebbe ripetersi col figlio di Luca e così via – c’è questo rischio.
“Ma come mai si ripete?”
Mah vedete… anzitutto, osserviamo, non si tratta di una vera compensazione.
Allora, per spiegare questo, per spiegare perché si ripete il fenomeno, spesso si ricorre a un’altra immagine sciamanica.
Spesso si dice che “il Potere Famigliare è come un fiume”.
“Come un fiume” … è un’immagine molto evocativa, no?
Come un fiume che scorre nella selva e gli antenati più antichi stanno più a monte, mentre, gli antenati più recenti, no? stanno più a valle; io sto a valle, i miei figli staranno ancora più a valle. E l’acqua, quindi, ci arriva da monte, no? Perciò il Potere, l’acqua del fiume – son tutti Poteri che vengono dalla famiglia – e il Potere viene: dal trisavolo, bisnonno, nonno… come un fiume che attraversa i territori.
“Come un fiume che attraversa i territori: del mio bisnonno, nonno, padre e infine il territorio mio”.
E’ un’immagine molto efficace perché, effettivamente, il fiume porta il benessere e la ricchezza, no? E… quando tu hai il fiume nel tuo terreno: puoi coltivare e allevare. Quando il fiume è in secca o non c’è: la terra è arida, le bestie muoiono, il raccolto si secca e, quindi, sei in miseria.
Il Fiume… “l’idea del fiume serve a spiegare cosa?” perché la sfortuna si ripete nel corso della famiglia. Ossia: il Potere arriva al nonno di Luca – il fiume che arriva – poi, dal nonno di Luca, deve scendere più a valle al padre di Luca e, poi, deve scendere ancora più a valle, fino a Luca e, da Luca, dovrà scendere ancora più a valle ai suoi figli.
Ma… il nonno si indispettisce per la disobbedienza del figlio e chiude i rubinetti, o meglio – per mantenere la metafora del fiume, no? – mette una diga, no? Una chiusa, una paratia; blocca l’acqua del fiume. Allora, l’acqua del fiume viene bloccata a monte dal nonno e, quindi, non arriva più al padre di Luca – che sta più a valle – e siccome non arriva al padre di Luca …non arriva neanche a Luca, perché deve passare attraverso il padre; eh è stata bloccata a monte al livello del nonno e quindi…
Sembra un’immagine molto chiara e molto efficace.
Anche se mi sono dilungato un pochino e impasticciato nel raccontarla ma penso che si capisca.
Peccato che è sbagliata perché, in realtà…. si è sbagliata.
In Realtà, il problema non è che: “ il nonno s’indispettisce perché il figlio – ossia il padre di Luca – non vuole fare il lavoro, il lavoro del nonno e, quindi, il nonno blocca il fiume. Perciò, il figlio, che non fa il lavoro di suo padre, non ha successo economico; di conseguenza, neanche Luca ha successo economico”. No. Non è così che va.
Luca ripete lo stesso, la stessa azione del padre: “la stessa disobbedienza del padre”.
Cioè, di nuovo, Luca: “non vuole fare il lavoro di suo padre e, di nuovo viene, tra virgolette, “punito”… cioè non ha successo economico”.
Non si ripete semplicemente la punizione: “non è il fiume che è stato bloccato a livello del padre di Luca e, quindi, non arriva a Luca”. Si ripete, di nuovo, tutto lo stesso schema.
Tutto il meccanismo che è azione/reazione; è uno schema che si ripete. Un “Pattern” come dicono in inglese.
Riguardiamo il caso della mia paziente.
Lì è meno evidente ma anche lì è uno schema che si ripete perché allo Spirito offeso – quella povera ragazza che non ha potuto sposare l’uomo che amava – lei si è innamorata, ha gustato l’amore, con l’uomo di cui si era innamorata e, poi, quest’uomo le è stato tolto ed è rimasta da sola e in miseria.
“Cosa succede di conseguenza nella famiglia che ha procurato questa offesa?”
La nonna – della bisnonna non si sapeva – “la nonna della mia paziente, di nuovo, si sposa per amore, cioè conosce anche lei l’amore; ottiene l’uomo che amava – perché lo sposa – ma quest’uomo muore giovane”.
Quindi si ripete lo stesso identico schema…. “gli viene sottratto, presto, l’amore che aveva ottenuto”.
Di nuovo – alla madre della paziente – di nuovo “lei si innamora, ottiene l’uomo amato ma gli viene tolto subito perché muore giovane”.
La zia…la stessa cosa, la mia paziente la stessa cosa: “s’innamora, si sposa ma l’uomo muore giovane”.
A ripetersi è tutto lo schema.
Allora vedete…
Tornando alla metafora del fiume, l’immagine del fiume non è giusta, non si tratta di un fiume o, meglio, il fiume è giusto – c’è davvero il fiume della stirpe – però, non si tratta di un fiume in cui viene bloccata l’acqua a monte / viene messa una chiusa.
Si tratta, invece, di un’onda è questo che succede… un’onda; è un’onda che corre lungo il fiume.
Avete presente come sono le onde?
Le onde sollevano l’acqua, in un certo punto, in un certo modo, no? Assume una certa forma e, poi, in quel punto l’acqua torna calma e nel punto successivo – del tratto successivo di mare o di fiume – di nuovo, si alza l’onda con una forma uguale a quella di prima o simile e poi, di nuovo, lì torna calmo ma l’onda, di nuovo in quella forma particolare o simile ad essa, si è spostata ancora più avanti e, poi, ancora più avanti.
L’onda cammina… come un animale, cammina come una bestia.
Lo stesso, se prendete uno strumento musicale, pizzicate una corda, no?
Se pizzicate una corda, la corda, fa determinate oscillazioni – un’onda appunto – le fa nel punto dove voi pizzicate ma, poi, in quel punto il filo ritorna piatto ma le oscillazioni si spostano nel tratto successivo, uguali o quasi uguali e, poi, si spostano ancora e, poi, ancora e, poi… ancora.
Cioè l’onda cammina come una bestia. Cammina.
Un modello che si ripete sempre uguale o, perlomeno, simile fino a che…
“Per quanto tempo si ripete?” per tanto tempo, fino a che la forza originaria dell’onda decresce, no? si esaurisce, il filo smette di vibrare ma se il filo è molto lungo può andare avanti, l’onda può trasmettersi molto molto a lungo. Dipende con quanta forza è stata pizzicata all’inizio.
Ecco, allora questo è proprio quello che succede: si ripete lo stesso schema e tutte le stesse identiche oscillazioni …è un’onda.
Quello che accade, quindi, non è un fiume le cui acque vengono bloccate ma nel momento in cui il nonno di Luca è indispettito parte, da lui, un’onda; un’onda che travolge.
Questo è.
E l’onda passa da una generazione all’altra. Stessa cosa nel caso della mia paziente.
L’onda spiega perché la cosa continua a ripetersi è un’onda che viaggia, si ferma soltanto quando si è esaurita la spinta iniziale; il che, per esperienza, può essere dopo parecchie generazioni, non meno di cinque o sei di solito ma anche dieci o più. Proprio così.
“Che cosa si può fare, allora? non si può fermare questo, quest’inferno?”.
Ecco, come si fa a fermare un’onda? Il modo più semplice per fermare un’onda è una diga, no?
Uno mette una diga, l’onda s’infrange contro la diga e si ferma; poi, sotto la diga ci sarà una chiusa, un passaggio, una paratia per cui l’acqua può defluire calma, quando si è calmata.
Ecco…una diga per bloccare l’onda. Una muraglia che blocca l’onda.
Come mettere il Mose a Venezia, no? Credo, no forse non è proprio la stessa cosa.
Ma, vedete, la diga ha delle controindicazioni.
“Come si può fare, nel caso specifico, questa diga?”.
Beh naturalmente quello che è “uno scudo di protezione”, uno scudo o un’armatura di protezione; è un metodo spirituale abbastanza noto anche nella New Age, no? “Le bolle di protezione di luce bianca o di luce rosa”…quelle durano poco, devono essere alimentate continuamente e, inoltre, non hanno molto Potere, quindi, non servirebbero a niente in un caso del genere, dove tu devi avere una protezione che dura tutta la vita.
Ma con mezzi dello sciamanismo autentico, sciamanismo nativo per esempio con gli Tséntsak degli Sciamani Amazzonici – come me – si può fare uno scudo molto potente.
Gli Tséntsak sono Poteri che vengono dalle piante della Giungla, piante e da animali, insetti o rettili o altri animali velenosi o, in altro modo, mortali. Quindi, sono Poteri molto molto forti e con questi Poteri si può costruire “uno scudo”, se preferite “un’armatura” che protegge la persona interessata da quest’onda in arrivo; l’onda s’infrange contro l’armatura.
Le controindicazioni di questa tecnica sono due:
Innanzitutto, lo scudo deve essere abbastanza potente da poter resistere all’onda. Bisogna saper valutare bene quanto è forte l’onda; è noto l’esempio di dighe che vengono travolte da ondate troppo potenti; di muraglie che non riescono ad assorbire l’urto.
Ma, soprattutto, la controindicazione principale, vedete è che l’onda, la diga non è che neutralizza l’onda, la fa svanire nel nulla, no… l’onda rimbalza. Rimbalza e si spezza in più onde che vanno lateralmente, indietro etc.
Ecco è quello che succede anche nel nostro caso.
Contro lo scudo, l’onda in arrivo rimbalza. Il che vuol dire che può colpire persone vicine.
“Persone vicine quali?” eh persone vicine come famiglia, quindi – come legame famigliare – quindi, congiunti, persone amate e vale a dire “io posso proteggere la mia paziente ma magari, il figlio – che non sarebbe interessato alla maledizione perché colpisce solo le femmine – il figlio si ammala” o “un fratello muore in un incidente” o succedono più di una di queste cose perché l’onda si frammenta quando rimbalza, in più onde.
“Come?” più piccole onde che non vanno molto lontano ma che dove colpiscono fanno male. Eh!
Allora, questo è il rischio vero dello scudo.
“Che cosa si può fare allora?”.
Ma… – a chi ascolta sarà anche venuto in mente, no? – uno pensa, con mezzi sciamanici pensa: “Trattare con lo Spirito che ha lanciato questa chiamiamola “maledizione” , tra virgolette”.
Trattare con lo Spirito.
Oh, questo non è banale!
Anzitutto, non è affatto facile comunicare davvero con anime di trapassati. Quelli che sono stati al Cerchio ultimo, in cui si andava nella Terra dei Morti per parlare con i propri Antenati, lo hanno visto. Chi era nuovo ha detto: “beh sono rimasta sorpresa perché i morti, dicevano cose o, erano in condizioni molto diverse da quelle che io mi aspettavo”.
Eh si perché, di solito, i contatti che si hanno coi defunti nelle pratiche, così un pò naïve, o New Age, o altro… sono fasulli; non incontri davvero l’anima del defunto, incontri quelli che gli Sciamani Nativi chiamano degli “Spiriti burloni”, cioè degli Spiriti che ti dicono quello che vuoi sentire, semplicemente o, a volte, ti dicono quello che temi.
In Realtà, sono entità che si nutrono dei tuoi desideri, delle tue paure, si nutrono delle tue emozioni, quindi, le assorbono e te le rimandano uguali come uno specchio. Non servono a niente questi contatti qui.
Allora bisogna che sia un vero contatto con lo Spirito del trapassato, cosa che non è per niente facile ma “come si può fare?”. Beh, anzitutto, diciamo come NON si può fare: non lo può fare la persona della famiglia, cioè la vittima della maledizione. Cioè non lo può fare, ad esempio, la mia paziente.
La mia paziente, anche avesse avuto conoscenze sciamaniche e fosse espertissima, non poteva farlo.
“Perché non può farlo?”…io, io se c’ho una maledizione famigliare, non posso fare niente da solo; devo fare intervenire qualcun’altro.
“Perché?”
Io non posso trattare con lo Spirito offeso, che ha causato tutto, perché io… “puzzo”!
Così disse a me lo Sciamano che mi ha insegnato questa curanderia: “tu non puoi farlo sulla tua famiglia perché tu puzzi!”.
Nel senso che io “ho addosso l’odore della famiglia che ha offeso quello Spirito, o del ramo della famiglia che ha offeso quello Spirito e, quindi, questo odore disgusta lo Spirito; non vuole neanche sentirmi, non tratterà mai con me, oppure, se tratta con me mi prende in giro, m’inganna. Non posso essere io a trattare.
Ma prima della questione della trattativa con lo Spirito, ci dobbiamo fare una domanda: “Serve a qualcosa?”.
Voglio dire, lo Spirito da cui ha avuto origine tutto, lo Spirito offeso è in grado di richiamare indietro l’onda? O di fermarla? Oppure non è in grado di farlo?
E’ come dire: “io ho lanciato un missile balistico con testate nucleari ma ho i mezzi per fermarlo? rimandarlo indietro o deviarlo e farlo finire in un punto sperduto dell’Oceano? oppure non posso farci niente, perché ormai l’ho mandato ed è fuori dal mio controllo?”
Questo è il punto essenziale perché se lo Spirito non è in grado di fermare l’onda, non serve a molto trattare con lui, giusto?
Vedremo queste cose nel prossimo video.
¡Gracias a todo el mundo!
Buenas Noche.