Yákakua, l’allievo potente

Uno sciamano aveva un allievo di nome Yákakua che tutti ammiravano.
L’allievo si mostrò subito come molto capace, quando viaggiava in altri Mondi Spiriti eccelsi facevano a gara per fargli dono di grandi Poteri.
Da ogni viaggio tornava e raccontava dei suoi successi. Narrava anche gli attacchi che subiva da Spiriti cattivi, dai quali però usciva sempre vittorioso.
Picham che era allievo dello sciamano da assai più tempo ammirava molto Yákakua e non provava nessuna invidia.

Lo sciamano, come tutti gli sciamani potenti, aveva molti nemici, nemici del suo popolo. Era infatti quello un periodo di guerre, anche se al momento gli avversari si scrutavano soltanto senza combattersi.
Pochi giorni dopo lo sciamano sarebbe dovuto andare a un incontro per trattare con i capi del popolo nemico e tutti i suoi seguaci temevano fosse una trappola per imprigionarlo.
Poco prima di quell’incontro, l’allievo Yákakua arrivò con Picham e altri allievi alla capanna dello sciamano. Appariva molto provato da mal di pancia e diarrea e disse che quella notte aveva combattuto una grande lotta contro i nemici dello sciamano che avevano tramato per la sua morte: questi nemici avevano già tessuto la rete del destino e lo sciamano era destinato a finire imprigionato per poi morire all’incontro-trappola cui stava per recarsi.
Da giorni tutti gli allievi erano angosciati per queste cose.
Ma Yákakua aveva combattuto contro gli Spiriti cattivi e li aveva vinti, cambiando così il destino e salvando la vita del suo maestro.
Picham che abitava con Yákakua in una stessa capanna aveva sentito il Potere di quella lotta ed era preso da entusiasmo.
Ma lo sciamano non ebbe quasi reazioni, disse soltanto “Bien, bien”, fece un mezzo sorriso e nient’altro.
Picham si domandava perché lo sciamano fosse così ingrato. Forse era invidioso del Potere di Yákakua?
Ma sapeva che un buon allievo non fa domande allo sciamano perciò non chiese nulla.
All’incontro cui lo sciamano dovette recarsi si dimostrò il potere di Yákakua perché nulla di male accadde e lo sciamano tornò sano e salvo.

In seguito Yákakua curò e guarì Sua, un’altra allieva, da una malattia mortale.
Yákakua le aveva scoperto un male fatale che l’avrebbe condotta presto a morte. L’aveva curata a lungo, preoccupandosi tanto, ma alla fine aveva potuto dirle felice che ormai era salva e non sarebbe morta.
Quando lo sciamano lo seppe, non solo non elogiò Yákakua, ma lo maltrattò.
Il mattino dopo, assai prima dell’alba, Yákakua fece tutti i suoi bagagli in gran segreto e lasciò il villaggio dello sciamano per tornarsene a casa.
Tutti capirono quindi che lo sciamano l’aveva scacciato. Ma perché mai?
Picham non poteva più trattenersi e chiese spiegazioni al suo maestro: “Ma come? Yákakua ha sempre ottenuto dagli Spiriti grandi poteri e voi non dicevate nulla.
Ha combattuto nemici terribili che volevano la vostra morte, vi ha salvato rischiando la sua vita e voi non l’avete neanche ringraziato.
Ha guarito Sua da una malattia mortale e addirittura lo scacciate! Spiegatemi dunque!”
Lo sciamano disse:
“Tu ti inganni, mio povero Picham, tutto quel che credi è falso.
Non elogiavo Yákakua per i grandi poteri che otteneva perché li vedeva solo lui. Non uno di questi Poteri si si è degnato di scendere dai Mondi eccelsi donde proviene per materializzare qualcosa qui. Quando vi insegno di lanciare uno tséntsak e che questo deve materializzarsi nell’oggetto che pensate (se lanciate un’ape, un’ape dovrà apparire, se una biglia di vetro dovrete trovare una biglia di vetro), perché credi lo faccia? Il potere deve materializzarsi in questa realtà o è solo fantasia.
Yákakua trovava grandi poteri… ma lo diceva lui! Trovava un drago fiammeggiante, ma di fronte alla sua capanna io non ho mai visto neanche un fiammifero.
Non ho ringraziato Yákakua per avermi salvato la vita, perché io non correvo alcun rischio. Solo lui ha detto che ero in grave pericolo e di avermi salvato. Ma non era verità.”
“E gli attacchi che aveva subito? Ha rischiato la vita!”
Lo sciamano rise: “Ha avuto un po’ di mal di pancia. Solo un bambino chiama questo un attacco di Spiriti cattivi!
Infine l’ho rimproverato di aver curato Sua perché l’ha ingannata.”
“Ma se l’ha guarita da un male mortale!”
“Che ha diagnosticato lui. Sua non era in fin di vita sdraiata sulla stuoia. Aveva solo difficoltà a digerire, cosa di cui soffre da tutta la vita.
È facile guarire una malattia che vedi solo tu, come è facile trovare poteri che non producono niente e come è facile salvare me da un pericolo che non ho mai corso.” E rise ancora.
“Perciò dunque lo avete scacciato?”
“Anche su questo ti inganni, non l’ho scacciato. Ho solo alluso a quel che aveva fatto, gli ho detto che ne avremmo parlato domani e si è spaventato. Di fronte alla prospettiva di affrontarmi ha preferito fuggire”
“Com’è possibile sia scappato? – esclamò Picham – Aveva un così grande Arútam…”
“Forse ha trovato un secondo Arútam – rispose lo sciamano – l’Arútam della Lepre!” Rise come un bambino. Poi aggiunse:
“Lo sciamano guarda nel corpo delle persone come fosse vetro. Questo è il Potere più importante. Con questo non solo scopre le malattie, ma legge il cuore e l’anima.
Tu, Picham, non hai saputo guardare attraverso Yákakua, lo hai visto solo in superficie. Non sai vedere come attraverso il vetro, per questo non diventerai uno sciamano”
Queste cose sono avvenute molte volte in epoche passate e continuano ad accadere ancora oggi.
Nukete (“Esto sólo es”).